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Have a Good Tie – Milano Design Week #02

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Quando si pensa alla Design Week Milanese si immagina la casa, l’arredamento, gli spazi, ma poche volte si pensa alla persona come essere umano che ogni giorno, inconsapevolmente, indossa design. Qualcuno lo ha fatto, e ve ne parliamo oggi.

Si tratta del progetto Have a Good Tie (ottimo nome) che ci tiene subito a precisare una cosa: “non proponiamo un accessorio moda, ma un prodotto per il benessere dell’uomo”. Così dal 3 al 9 aprile in via Palermo 18, nella rinomata Brera Design District, Have a Good Tie si presenta, e rivela le sue due prime collezioni di cravatte all’interno di un esclusivo Temporary Shop.

Chiacchierando con gli ideatori del brand, quattro professionisti provenienti dal mondo del design e della finanza, scopriamo che il loro intento è quello di rivoluzionare l’immaginario della cravatta, allontanandolo da formalità e protocolli. Hanno deciso, infatti, di concentrarsi in una appassionata ricerca di tessuti inediti con caratteristiche tecniche ed estetiche mai viste prima, ideando un nuovo metodo di piega e cucitura del tessuto, grazie al quale artigiani italiani realizzano le cravatte usando un solo pezzo di stoffa. Non ultimo hanno pensato ad un packaging che è già gift box, da utilizzare anche nel post-acquisto per trasportare la cravatta in valigia o conservarla con cura nel proprio guardaroba.

Le collezioni che verranno presentate al Fuorisalone non si smentiscono: una prima linea di cravatte lavabili in lavatrice che ad oggi sono molto rare da trovare, e una seconda collezione che utilizza un prezioso tessuto composto al 94% di lana e che, grazie ad un particolare intreccio dei filati, produce un effetto iridescente sulla superficie della cravatta.

Quando infine scopriamo che durante la Design Week si potrà acquistare la prima limited edition di 200 cravatte numerate al prezzo di 80 euro l’una, promuoviamo a pieni voti questa “elegantissima” idea.

Design in pillole

I fondatori di Have a Good Tie sono Alessandro Stabile, Dario Gaudio, Fabrizia Parisi e Federico Poccobelli
L’allestimento del temporary shop sarà un racconto dell’unicità del brand in cui gli scatti fotografici firmati Fabrizia Parisi guideranno il visitatore attraverso il mondo Have a Good Tie
Have a Good Tie ha appena aperto i canali social, andate a sbirciare qui: @haveagoodtie

 

Fiammetta Gamboni

Credits Immagini: Fabrizia Parisi

Flo’Sophie, un angolo italiano alla Paris Fashion Week

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Al 16 di Rue Marignan, a Parigi, si parla italiano. Un piccolo appartamento parigino, tra gli Champs Elysées e Avenue Montaigne, dove Mirco Giovannini racconta il suo nuovo progetto, la capsule collection “Flo’Sophie” in occasione della settimana della moda parigina.
“Flo’Sophie” è una collezione di Knit Couture accessibile e giovane. Giovannini non è nuovo al mondo della moda, vanta un’esperienza più che ventennale, e per questa sua nuova avventura punta sul suo focus di sempre: la maglieria (nel video di “1+1”, Beyoncè indossa un top di sua creazione). Con il suo nuovo brand l’obiettivo è sempre quello di far sentire le donne ancora più belle e a proprio agio. All’entrata dell’appartamento, i maglioni, i cappotti e gli abitini in lana catturano l’attenzione: i colori sono pastello e candy, le creazioni sono decorate con applicazioni dorate, una pioggia di stelle.
I maglioni e i coat sono rigorosamente oversize, gli abitini attillati ma che si adattano a ogni silhouette. Maniche effetto baloon, grandi fiocchi sul collo, punti panocchia sono le caratteristiche dello knitwear della moderna Maria Antonietta, francese sì ma anche un po’ italiana, dall’animo dolce e deciso. Il progetto Flo’Sophie vuole essere quello di una couture accessibile, alla portata delle ragazze di oggi e del mercato della moda in continua evoluzione.
Nell’appartamento parigino, Mirco spiega e fa provare le creazioni ai suoi ospiti: non c’è modo migliore per capire il valore delle sue creazioni. Maglioni mordibi, comodi e allo stesso tempo “ubercool”, in grado di rapire il cuore della quarantenne come della ventenne hipster. Indossare qualcosa di bello ed esclusivo, ma allo stesso tempo affordable: è questa la sfida di Giovannini.
Cristina Legnini
Credits Immagini: Courtesy of Press Office

Intervista a Valentina L Fontana: is she ON NEXT?

Valentina Lucia Fontana è una giovane designer di origine napoletana cresciuta a Modena.

Diplomata all’Accademia di Brera in Fashion Design e dopo diverse esperienze a Londra, nel 2015 si trasferisce a Milano dove fonda il marchio eponimo VALENTINA L FONTANA.

Ragamuffin girl è il nome della sua nuova collezione spring/summer 2017.
L’estetica degli scugnizzi napoletani anni’40 stringe la mano alla maestosità culturale dei travellers irlandesi. L’incontro di differenze si tramuta in un gioco di texture e matericità dei tessuti stessi. La palette colori è vibrante, calcando i toni degli azzurri e dei bianchi assoluti, per la camiceria, ed alzando gli sguardi sul denim delicato che viaggia in sincronia con rosa pastelli.

C’è stato un momento preciso della tua vita in cui hai capito che l’arte sarebbe stata la tua strada? Mi ricordo che durante i primi anni di istituto artistico, mi sono appassionata alla Storia dell’Arte. Ho avuto delle docenti bravissime, aspetto fondamentale nel periodo di formazione. La prima volta che mi sono trovata dinanzi a un quadro che avevo studiato sui libri, ho sentito un calore proveniente dalla bocca dello stomaco, una fortissima emozione, un’inspiegabile pietrificazione. Avrò avuto quattordici anni. Oggi guardo con occhi diversi, ma adoro abbandonarmi a quella sensazione, purtroppo più rara di anni fa.

Come nasce il marchio “Valentina L Fontana”? Dopo la laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera in Fashion Design, sono partita alla volta di Londra, oltre che per migliorare la lingua, per evitare che il mio entusiasmo di neo laureata fosse soffocato dal panorama lavorativo italiano. Durante il soggiorno inglese ho conosciuto un ragazzo italiano che mi ha parlato di una realtà che stava nascendo a Milano, che aveva come obbiettivo la gestione della produzione e distribuzione di giovani fashion designer. La FW 2015 l’ho realizzata stando in UK, mentre la SS 2016 mi ha riportato in Italia dove ho potuto nutrire e curare al meglio il progetto Valentina L Fontana.

L’incontro tra la Napoli anni ’40 e un’Irlanda in festa: perché questa scelta? Penso che in qualche modo il concetto di libertà e lo sprezzante atteggiamento impavido accomuni gli scugnizzi napoletani ai travellers kids. Li ho immaginati correre insieme nei vicoli

Raccontaci un aneddoto positivo e uno negativo del tuo percorso di vita Che domanda difficile. Sono una persona che ama il grigio e le sfumature, raramente sono categorica. La percezione che un accadimento sia negativo dura poco, tendo a svoltarlo rapidamente in positivo.

Progetti futuri? E’ da poco iniziata la campagna vendita della FW 2017. Il riscontro ottenuto finora dagli addetti ai lavori è molto positivo e non vedo l’ora di mostrarla, ma nella mia mente sto già pensando alla SS 2018 con cui non escluderei la possibilità di una partecipazione a WHO IS ON NEXT?

Rossella Alfani

Credits Immagini: Courtesy of Press Office

Cani Sciolti 2017: il calendario disegnato da 13 artisti per l’anno che verrà!

From outer Space presenta Cani Sciolti 2017, il calendario che attraverso nuovi linguaggi e visioni accompagnerà il vostro anno. Per realizzare il progetto (nato nel 2014), lo studio ha scelto ben tredici autori provenienti da diversi settori. L’idea diventa così un racconto illustrato con ironia e sagacia dove gli artisti esprimono inconsapevolmente la loro vita, identificandosi con il mese assegnatogli.

Il calendario, acquistabile su canisciolti.tictail.com, è prodotto in edizione limitata di 100 copie e composto da tredici poster. Ogni mese scoprirete un nuovo protagonista che attraverso la sua creatività renderà prezioso e stimolante lo scorrere del tempo. Se vi affezionate ad uno degli autori potrete conservare il singolo poster e incorniciarlo. “ Cani Sciolti è ispirato ai biglietti di auguri degli Smithson e ad una vecchia agenda con i disegni di Ettore Sottsass scovata tra i corridoi di un fiera del libro” racconta From outer Space.

Gli autori invitati per Cani Sciolti 2017 sono Samuele (Hänsel & Grotesque), Emilio Macchia, ATTO, Jan & Randoald, Etaoin Shrdlu studio, Aliki van der Kruijs, Jean-Benoît Vétillard, MR. G, From outer Space, Studio Temp, Forestieri Pace Pezzani, Dossofiorito, Alessandro Gnocchi.

Il design in pillole:
La direzione artistica e la produzione di Cani Sciolti 2017 è di From outer Space
La stampa è Risograph EZ571
La carta utilizzata è Favini Crush 120 g/m2
Le copie numerate sono 100
L’hashtag ufficiale è #canisciolti2017
Cani Sciolti 2017 si può acquistare su canisciolti.tictail.com

…Buon Anno!

 

 

Fiammetta Gamboni

Credits Immagini: Courtesy of Press Office

MFW – Gli highlights del Day 4

In occasione del cinquantesimo anniversario della Maison, Tomas Maier, designer per Bottega Veneta, porta in scena uno show a dir poco memorabile.

Per celebrare la primavera/estate 2017, l’eleganza trionfa sulla passerella con cappotti estivi e abiti sensuali e sofisticati per la sera. A sfilare noti volti della moda, tra cui Gigi Hadid e Adriana Lima, ma a stupire il pubblico è l’entrata di Laure Hutton, l’attrice americana, emblema di eleganza e raffinatezza.

Segue le medesime orme Ermanno Scervino che con pizzi plissettati e ricami sartoriali arricchisce abiti e giacche in organza. Stupefacenti i vestiti da sera, semi trasparenti ma mai volgari, che rendono la donna di Scervino romantica e sensuale.

Charme sul catwalk per Jil Sander. Semplicità e decisione nei suoi capi, più duri e potenti sulle spalle e più fluidi alla base. Gessati sartoriali, capi plissettati su abiti e top fluttuanti e maglie a coste.

Philosophy di Lorenzo Serafini s’ispira all’icona Brooke Shields in “Laguna Blu”. La collezione propone abiti sensuali e asimmetrici ma molto fluidi arricchiti da pizzi sfumati e fantasie tropicali.

Anna Molinari disegna per Blumarine una linea di abiti semplice, senza eccessi. Collezione pensata per una donna che ama il sole, scegliendo di indossare abiti leggeri in cotone e maglina. Top che lasciano l’addome scoperto, abbinati a gonne ampie che si annodano sui fianchi e che presentano spesso spacchi profondi.

E si approda a Mali con Antonio Marras. Il Mali degli anni Cinquanta e Sessanta, agli esordi della sua indipendenza. Ecco quindi un trionfo di forme anni ’50, riviste e accostate a tessuti speciali come il jeans devorato e il lino maltinto. Gli abiti hanno la vita segnata, corpini arricciati, gonne ampie e voluminose, e sono mossi da drappeggi, pieghe, plissé, nodi, fiocchi, rouches e jabots.

Forte e al contempo leggera femminile. E’ questo il fil rouge che segue la collezione Marni. Dalle tute ai giubbotti, con enormi tasche e solide strutture con lunghissime cinture che segnano il punto vita. Sui pantaloni troviamo gonne strette e sui fianchi si poggiano i cinturoni-marsupio con i doppi marsupi, che servono a dare alla silhouette proporzioni da couture anni ’50.

Credits Immagini: Vogue Runway

Natuzzi Italia partner per Alberobello Light Festival

Natuzzi Italia sostiene per il terzo anno consecutivo l’Alberobello Light Festival.

Le suggestive architetture della cittadina pugliese, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, diventano così lo sfondo di installazioni luminose e multimediali, video mapping e perfomance realizzate da artisti internazionali, tra cui André Banha, Claudia Reh, Katarzyna Malejka e Joachim Sługocki, con la direzione artistica dello studio OCUBO.

Natuzzi è protagonista dell’allestimento FEEL [the] LIGHT che vede la poltrona Re-vive, progetto emblematico del brand, formare un’originale installazione con l’opera Clouds dell’artista sloveno Tilen Sepič.

Situata sul terrazzino del Belvedere, il punto più alto di Alberobello, l’installazione è un invito a rilassarsi sull’innovativa recliner del brand.

Natuzzi, con la partecipazione ad Alberobello Light Festival, conferma il suo forte legame con la Puglia, terra di ispirazione del brand.

 

Credits Immagini: Courtesy of Press Office

Inaugura a Milano il nuovo showroom CLIMBER B.C.

Nel cuore pulsante del quadrilatero della moda a Milano, inaugura il nuovo showroom CLIMBER B.C.

Il 20 Giugno 2016, durante la settimana dedicata alla Moda Uomo, all’interno di uno storico e prestigioso palazzo in Via Borgonuovo 12, il brand CLIMBER B.C ha mostrato al pubblico le sue nuove collezioni per la stagione estiva 2017.

Il tema delle nuove linee è MIGRATION, fil rouge che vuol sottolineare la migrazione dei concetti artigianali, uniti alla capacità industriale delle tradizioni orientali fino alle realtà d’occidente.

Il marchio CLIMBER B.C fa oggi parte del Gruppo CUNO, una holding Turca, ed è stato fondato dai quattro fratelli Samsama, che nel 1985 hanno iniziato la loro attività in un piccolo Atelier di Adiyaman, antica citta Turca percorsa dalle rotte de La via della seta e ora patrimonio mondiale dell Unesco, per eredità culturale.

Attualmente la direzione artistica delle linee CLIMBER B.C e CLIMBER B.C. SARTORIAL Made in Itay, sono curate da Erkan Çoruh, talentuoso creativo premiato a Who is on next nel 2010, mentre il main designer della linea Black CLIMBER B.C. è Ümit Ünal, collaboratore con l’azienda da oltre 10 anni.

Una nuova esperienza per il brand, per la prima volta in Italia, con lo scopo di affrontare nuovi mercati, per dare voce ad una realtà imprenditoriale oltre frontiera, e per essere presenti nel territorio di rinomata esperienza per il design maschile.

 

Credits Immagini: Courtesy of Press Office

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