Milano Moda Uomo, cosa ci ricorderemo?

Questa edizione della Milano Moda Uomo FW2025/26 si è conclusa, ed è tempo di tirare le somme. Edizione top o flop? Ai numeri ( e non solo quelli dei social) spetta la sentenza.

Premessa: la persona che scrive questo pezzo ha lavorato come freelance durante varie edizioni della London Fashion Week negli anni passati, per una testata online. Sicuramente non una fashion addicted, ma una curiosa outsider a cui piace capire chi crea i capi che sfilano in passerella. I selfie per i social con la caption “oggi da Prada” non mi si addicono. E manco quelli con l’outfit of the day. Dopo una full immersion durata anni, da qualche tempo mi sono distaccata dal mondo della moda: mi sembrava una giostra in cui si facevano sempre le stesse cose, si vedevano sempre le stesse cose, si incontravano sempre gli stessi volti. Al mio temporaneo disamoramento ha coinciso una “crisi” del settore: collezioni tutte uguali, poca innovazione, poca partecipazione del grande pubblico. Inutile negare che la ressa degli anni d’oro del boom delle influencer non c’è più.

Si guardano i trend, per scoprire che sono gli stessi di qualche anno fa. Se c’è il cambio al vertice di qualche brand, non fa più il chiasso di una volta, anche tra gli addetti del settore c’è una certa apatia. Lo si capisce dagli articoli dei giornali: il loro tono è uguale, manca la spinta di fondo, spinta che parte dalla passerella, anzi dovrebbe partire da lì, per poi a cascata arrivare a tutti. Sparito tutto questo. Peggio è la storia quando si va sui social: reel tutti uguali, con collezioni che è difficile distinguere le une dalle altre. Un conto è creare capi senza tempo (Armani docet), un conto è non avere nulla da dire e portare quel nulla in passerella.

È un problema. Lo dicono i numeri della crisi del settore, le maestranze di molti comparti che non ci sono o che non sono qualificate abbastanza, le vendite sono crollate, a tenere botta è il fast fashion, ma anche li: poca qualità, sempre le stesse idee. Anche il copiato è diventato noioso.

Ora, a gennaio si comincia con la giostra delle sfilate: comincia la modo uomo. Pitti, Milano, e via verso le altre capitali della moda. Cosa ci aspetta? O meglio, cosa mi aspetta ora che ho deciso di rientrare in questa giostra? Diciamo che l’inizio non è proprio dei migliori, perchè per un Armani che si salva, gli altri…

Scopro che alcuni big non hanno preso parte alla Milano Moda Uomo: Fendi, Gucci, Moschino e d Etrò hanno deciso di unire moda uomo e donna insieme, in un unico grande show. Quindi, appuntamento rimandato a Febbraio. Scopro che le sfilate non sono per tutti: per chi non lo sapesse, o facesse finta di non saperlo, le sfilate sono uno show immenso, in cui anche l’allestimento più semplice è un salasso. Mettere su un grande show, ma soprattuto farlo al meglio, costa ancora di più. Meglio virare sulle presentazioni: inviti selezionati, ingressi scaglionati, stampa e buyer presenti, ospiti che postano sui social, il tutto ad un costo inferiore. Mi pare che il detto fosse “minimo sforzo, massimo risultato”.

Se da Armani trovi l’eleganza declinata in ogni sua forma, da Prada Miuccia e Raf Simons hanno pensato ad una collezione che piace, portabile ogni giorno, ma non brilla: gli stivali texani si indossano da anni, anche con 45° ( e fanculo il climate change), Sarah Jessica Parker usciva in pigiama di seta qualche spot, avere abbinato le due cose insieme non è qualcosa che ti fa esclamare “wow”.

Dolce&Gabbana hanno pensato che farci invidiare le celeb avrebbe fatto venire voglia di ammirare di più la loro collezione. Probabilmente si, ma forse anche no, però le mega faux fur è qualcosa da avere. Ci pensano e ci vestono per il tempo libero, la comodità diventa cool con quei pullover in maglia grossa ei pantaloni cargo.

Impossibile non ammirare Zegna, che grazie a Sartori ha portato in passerella il Vellus Aureum, ovvero la lana più fine al mondo: qualità e ricerca del dettaglio hanno dato vita a maglioni che viene voglia di avere, così come i cappotti, e poco importa che siano stati pensati per lui. Il mix and match non tramonta mai, così come il furto dall’armadio altrui.

Mi era mancata la moda? Troppo presto per decidere.

Credits Immagini: Grazia IT

Cristina Izzo

Editor in Chief of TheAuburnGirl. Former Fashion Editor of Quotidianomime.com

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