Jungle-L’immaginario animale della moda è in mostra a Torino

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L scorso 12 aprile, presso la Reggia di Venaria, è stata inaugurata la mostra intitolata Jungle-L’immaginario animale della moda. L’esposizione, visitabile fino al prossimo 3 settembre, è stata curata da Costanza Carboni, Ludovica Gallo Orsi e Simona Sagre Reinach, con l’intento di svelare, attraverso accessori ed abiti ispirati al mondo animale, il modo in cui nel tempo gli stilisti ne hanno declinato, manti, forme e colori.

Quello dell’animalier è da sempre un tema discusso, perennemente in bilico tra chi lo stima e chi lo odia, a volte considerato grandioso ed originale, altre dozzinale. Ma come sempre credo che in media stat virtus. Del resto, l’animalier ha origini vecchie quasi come l’uomo, ritrovando la propria espressione tout cour nell’originario indossare pellicce per ripararsi dal freddo, in un momento in cui non c’era alcun fine estetico, bensì esclusivamente pratico. L’animalier ha poi assunto, col tempo, un valore diverso, eretto a simbolo di potere, magnificenza, eleganza e, ovviamente, bellezza.

Pare che la mostra, ad uno sguardo superficiale, sembri avere solo un legame col mondo della moda, celi in realtà un significato antropologico su sui sarebbe interessante riflettere.

Come Simona Segre Reinach, antropologa con cattedra di Moda a Bologna, ha raccontato «Animalier è un termine francese, come francese era la prima lingua ufficiale della moda – spiega Simona Segre – eppure entrambi i termini “animalier” e “animal print” appaiono oggi riduttivi alla luce dei tanti modi in cui l’allusione, la rappresentazione, l’invenzione e la trasfigurazione del mantello reinterpretano in modo anarchico e discontinuo sia i grandi stilisti sia i marchi del pronto moda».

Un intero piano della residenza è stato trasformato nel regno dell’animalier, passando attraverso le creazioni dei più famosi designer, Dior, Cavalli, Ferré, Stella Mc Cartney, Dries Van Noten. L’immagine che incarna nella sua pienezza lo spirito della mostra è quella della modella Veruska, la topo model che, negli anni settanta, indossò l’animalier sulla propria pelle, come vera e propria spregiudicata avanguardista del body painting.

Credits Immagini: Vanityfairit

Elisa Ricci

Lifestyle Editor, Fashion Collaborator

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