Innamorato della musica fin da bambino, il maestro compositore musicista e performer Alberto Traversi ama sperimentare con nuovi generi e sposare le sue musiche con altre espressioni creative, dal balletto (gustatevi le prove al Teatro alla Scala di Mr.Bojangles fruibili in Youtube) agli spot pubblicitari , passando per la moda. Da qualche anno collabora con Luisa Beccaria componendo musiche ad hoc per le sfilate, brani pensati e composti di volta in volta ispirandosi al mood della collezione. Alberto ci ha raccontato i retroscena di questa stimolante esperienza.-Come è nata la collaborazione con Luisa Beccaria ?

Lavoro molto con i coreografi e i ballerini della Scala. Luisa Beccaria (assidua frequentatrice del Teatro Milanese) nel 2013 aveva pensato di far precedere al  défilé l’intervento di una ballerina, su musiche di mia creazione. Questa prima esperienza, molto positiva, ha dato il via alla nostra collaborazione.

-Come avete affrontato la sfida di sposare musica e moda in una sfilata?

La prima collaborazione è stata un po’ un test per entrambi. Io avevo esperienza nel campo della moda (occupandomi  di spot ed eventi), ma non avevo mai lavorato per una sfilata. La sfida più difficile è il tempo: è necessario che l’accompagnamento musicale sia perfettamente coordinato con  il susseguirsi delle modelle, ma i tempi delle uscite si scoprono solo 2 giorni prima dell’evento quando vengono fatte delle prove simulate. Ora ho sviluppato un mio metodo;  inizio osservando gli abiti e proponendo delle melodie che mi sembrano adatte al mood. Sulla base di questa prima selezione creo dei cluster nello spartito che mi permettono di aggiungere o togliere battute musicali per adeguare la lunghezza del brano. Nonostante questo si finisce spesso per fare buona parte del lavoro la notte prima dell’evento. Per fortuna lavoriamo tutti bene dopo il tramonto e se mi viene un dubbio nel cuore della notte so di poter chiamare Luisa trovandola sveglia.

-Quindi non lasci nulla all’improvvisazione?

Per amore della perfezione ho deciso di limitare il mio intervento live al solo brano destinato al finale.

Le mie musiche sono composte da 30 o 40 tracce, intervenire in diretta mi espone al rischio di compromettere il risultato. Ecco perché  prevedo i tempi al secondo e poi supervisiono l’evento:  per quanto possibile, mi posiziono in modo da controllare le uscite delle modelle e mi coordino in cuffia con regia, luci e video. Ma per il finale, che ha sempre un mood diverso (più incalzante, più gioioso) e un minimo margine di imprevisto, mi affido ad un mix fatto al momento.

-Parlaci dell’aspetto creativo

La parte compositiva è un processo magico che nella mia vita non si interrompe mai, ogni giorno prendo ispirazione da tutto cio che mi circonda, una donna, un abito, un libro o una poesia. Sicuramente l’atmosfera che Luisa crea intorno ai suoi abiti ha un filo coduttore e uno stile inconfondibile. C’è una continuità che cerco di rispettare di anno in anno , restando fedele agli aspetti imprescindibili del marchio come la poesia, la vecchia Milano, la tradizione e ovviamente anche la parte innovativa rappresentata dai tessuti all’avanguardia.

-Cosa ci dici dell’aspetto tecnico della creazione del brano?

L’ approccio è lo stesso che uso quando compongo, parto da un tema. Io creo con il pianoforte, parto da una melodia e poi intorno costruisco un’architettura di sonorità che formano l’armonia e la produzione del brano. Quando in linea con il mood della collezione,  amo aggiungere a violini, archi e pianoforte una parte elettronica. Tutto il percorso è improntato sulla sequenza degli abiti e il concept che ne è alla base

-I brani della sfilata saranno disponibili per il pubblico?

Per ora potete sentirli in accoppiata con le sfilate che trovate in Youtube,  ma prima o poi uscirà una collezione dedicata a questa felice collaborazione.

-Quando non lavori, che musica ascolti?

Io ascolto veramente tutto, citando Duke Ellington “ci sono due tipi di musica: la buona musica e tutto il resto”, in ogni genere c’è della buona musica. Fin da bambino ho sempre apprezzato l’opera lirica ma ascolto tantissimo la tecno, amo andare a ballare nei locali. Apprezzo molto la fisicità della musica elettronica , quando balli in un locale con un buon impianto, l’impatto della  musica è forte e immediato sul tuo corpo. Per questo amo  sposare la parte classica che parla al cervello e al cuore e la parte tecno che ha un impatto più istintivo e di pancia. Ho potuto esaltare questa accoppiata nel progetto andato in scena al Fabrique a Milano, si tratta di “0618” (rapporto della Sezione Aurea, legge universale dell’armonia e della bellezza) una performance sperimentale che unisce alla mia esecuzione dal vivo, un quartetto d’archi, un computer performer e un ensemble di ballerini provenienti dal Teatro alla Scala.

-Parlaci del tuo rapporto con la moda

Il mio rapporto con la moda è strettissimo. Ho sempre amato vestirmi in un certo modo, perché l’abito fa il monaco,  soprattutto quando si ha un’identità precisa. A prescindere dalla moda, amo trasmettere ciò che sono anche attraverso l’abbigliamento. Come fruitore seguo la moda perché credo che, tra le arti,  sia quella più all’avanguardia e sperimentale. E’ un mezzo di espressione e diffusione dell’arte contemporanea, ne apprezzo tutte le sue forme nelle varie commistioni con il cinema, la musica e il design. Mi piace seguire l’evoluzione del gusto in quanto riflesso dell’evoluzione della società e dell’arte.

-Prossimi progetti oltre alle sfilate di febbraio 2016?

Continuare a suonare con Alberto Traversi Quartet e Alberto Traversi Big Band, comporre per i ballerini della Scala, portare in tour lo spettacolo 0618 e pubblicare il nuovo album che uscirà nel 2016.