Da domenica 26 ottobre i visitatori possono verificare con i loro occhi le opere di consolidamento e messa in sicurezza della splendida dimora che l’imperatore Nerone fece costruire come propria residenza.

Il cantiere si estende per 16 mila mq ed è nascosto sotto la superficie del centro di Roma.

Alla morte di Nerone i successori cercarono di cancellare ogni sua traccia togliendone i rivestimenti (marmi pregiati, oro e pietre preziose) e le sculture, e riempiendo di terra le sale fino alle volte. Sopra furono edificate le terme di Tito e Traiano in modo da nascondere a tutti il fasto della domus.

La proprietà comprendeva estesi vigneti, pascoli e boschi, un lago artificiale e tesori saccheggiati nelle città orientali ed inoltre una enorme statua dell’imperatore nelle vesti del dio Sole.

La Domus rimase nascosta fino all’epoca rinascimentale quando alcuni artisti come Pinturicchio, Ghirlandaio, Raffaello, Giovanni da Udine e Giulio Romano si calarono all’interno delle sale pensando fossero grotte e cominciarono a copiare i motivi decorativi delle volte. Con l’apertura delle sale però cominciò il problema della conservazione dei dipinti e degli stucchi, che a causa delle infiltrazioni e dell’umidità si deteriorarono.

Furono di nuovo dimenticati fino a quando i ritrovamenti pompeiani non risvegliarono l’attenzione anche sulla Domus Aurea e nel 1772 ripresero gli scavi.

L’opera di recupero odierna ha lo scopo di impedire le infiltrazioni e pulire gli affreschi. Ha un valore di 31 milioni di euro e si appella al contributo di tutti attraverso una campagna di crowfunding.

Promossa dal Ministero dei Beni Culturali e Sky (www.cantieredomusaurea.it), la campagna sarà pubblicizzata attraverso un documentario, che andrà in onda il 1° novembre sul canale Sky Arte HD, in modo da diffondere e far conoscere l’iniziativa al maggior numero di potenziali finanziatori.


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