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Diverse maldicenze circolano sul conto del grande condottiero francese Napoleone Bonaparte, una fra tutte l’idea che fosse molto piccolo.

Gli storici concordano sul fatto che fosse alto 1,68 cm, tre centimetri più della media degli uomini francesi dell’epoca, dunque per il suo tempo un’altezza di tutto rispetto.

Questa maldicenza potrebbe provenire dagli inglesi che volevano sminuire la sua fama sui campi di battaglia.

Altra falsità quella riguardante il trafugamento della Gioconda. Il noto dipinto si trovava verosimilmente già in Francia nel 1517 dove lo aveva portato Leonardo ed in seguito fu acquistato da Francesco I. Napoleone si limitò ad appenderlo nella stanza della moglie Giuseppina e successivamente l’opera d’arte divenne parte integrante della collezione permanente del Louvre, all’epoca denominato Museo Napoleone.

I suoi ritratti lo raffigurano spesso con la mano nel gilet semplicemente perché era usanza del diciottesimo e diciannovesimo secolo ritrarre in questo modo gli uomini e non perché avesse dolori allo stomaco.

Gli fu dato il merito di essere un innovatore poiché “inventò” il cibo in scatola utilizzato per sfamare i soldati nelle campagne militari. In realtà il merito fu del pasticciere Nicolas Francois Appert che inventò la cottura del cibo in vasetti di vetro chiusi ermeticamente.

Un suo ufficiale ritrovò la Stele di Rosetta, tavola di granito nella quale ci sono iscrizioni di geroglifici tradotti in greco e che hanno permesso ai linguisti di tradurre i geroglifici aprendo la strada alla scoperta dell’antico Egitto.

Altra originale diceria è quella che lo vede soffrire di ailurofobia, la paura dei gatti, ma come sostiene la storica Katharine MacDonogh nel suo libro “Storia dei cani e gatti a corte dei tempi del Risorgimento” non esiste alcuna prova che Napoleone soffrisse di tale fobia. Come molti europei era superstizioso e si teneva lontano dai gatti neri.

Immagine: biografieonline.it