Di ritorno da un viaggio in Egitto, Napoleone Bonaparte portò con se meravigliosi scialli in lana, che affascinarono le dame Europee non solo per la loro fattura e colorazione ma anche per il loro esotico e misterioso profumo.

Si trattava dell’olio essenziale di Patchouli utilizzato per proteggere la lana dalle tarme.

Fu cosi che l’occidente scoprì questa preziosa essenza, ricavata tramite distillazione e leggerissima fermentazione (che solo un naso esperto sa calibrare) da un piccolo arbusto tropicale delle laminacee (la stessa famiglia della menta e della lavanda).

Nel 1917 Coty lo utilizzò, insieme a note agrumate e fiorite, nella formulazione di Chypree, la fragranza ebbe un tale successo da dare il nome ad una vera e propria famiglia olfattiva.

Popolarissimo negli anno 60-70 tra hippie e seguaci di Hare Krishna, i figli dei fiori ne abusarono a tal punto da farlo diventare sinonimo di persona trasandata, l’urban dictionary (www.urbandictionary.com) alla voce patchouli riporta anche “pseudo bath” e “hippie stink”.

Ma questa brutta nomea non rende giustizia ad un olio prezioso e pieno di virtù. Aroma zone (www.aroma-zone.com), ce ne svela gli usi e ci propone una serie di ricette fai da te: allontana insetti e zanzare, calma e ripara la pelle, rilassa la mente.

Ovviamente ci si riferisce all’olio essenziale naturale, gli oli estratti dalle piante sono composti da centinaia di molecole mentre le versioni sintetiche si limitano ad una quarantina.

L’industria dei profumi non può farne a meno tanto che Givaudan (www.givaudan.com) il colosso produttore di aromi e fragranze, preoccupato dall’instabilità politica e meteorologica delle zone di coltivazione, ha stretto partnership con i coltivatori Malesi di Patchouli (fornitori del 80% del volume globale). Se per i coltivatori Malesi ci sono alternative al patchouli (tè, olio di palma, zucchero, cacao, spezie), la haute parfumerie non ha trovato un degno sostituto dell’originale olio essenziale.

Da qui un modello sostenibile di approvvigionamento basato su finanziamenti, formazione e collaborazioni a lungo termine.

Il Patchouli ha avuto cosi il suo riscatto eco-glam ed entra nella formulazione di molte fragranze di successo, uno per tutti l’intramontabile Angel di Thierry Mugler, che lo interpreta con note gourmand e frutta tropicale. Angel, seppur definito da qualcuno come “l’odore di un hippie che caramella marshmallow”, dal 1992, anno del suo debutto, resta nella top ten dei profumi più venduti.

E’ tempo di fare il cambio d’armadio, perché non armarsi di questa intrigante e ecologica essenza per proteggere i vostri preziosi capi in lana?