Nato a Como, Antonio Ratti si distinse presto come disegnatore tessile (sua specialità il paisley) fino a creare la “tessitura Serica Antonio Ratti” (oggi Ratti spa del gruppo Marzotto).

Fortemente legato al mondo dell’arte, collezionista di “ispirazioni” (tessuti, disegni e libri campionario), con l’intento di promuovere iniziative, ricerche e studi, nel 1985 diede vita alla Fondazione Antonio Ratti.

Con sede presso al Villa Sucota tra Como e Cernobbio la fondazione ospita l’archivio di tessuti, la biblioteca (collegata al sistema bibliotecario di Como), corsi, eventi e mostre.

In occasione del centenario della nascita del suo fondatore, la Fondazione inaugura in questi giorni la mostra “Textilities …and Roses Too“,  exibition che intreccia le grandi passioni di Antonio Ratti: opere d’arte, tessuti e cultura.

Partendo da un concetto di tessuto come “astrazione sensuale” che riunendo in se proprietà tattili e visive, incarna gli sviluppi estetici, sociali ed economici della Storia, la mostra esplora le relazioni tra l’arte e i tessuti  mediante processi di riproduzione e trasfert, usando tessitura, film, fotografia, materiale d’archivio e strategie espositive come strumenti analitici.

Il titolo della mostra si riferisce allo sciopero degli operai tessili della ditta Lawrence (Massachusetts, 1912) dove furono soprattutto le donne italiane a plasmare la politicizzazione  della cultura dei lavoratori su scala sovranazionale.

La leader femminista e socialista  Rose Schneiderman nel suo discorso rivendicava il diritto ai piacere della vita “al sole e alla musica e all’arte” anche per le operaie, da qui lo slogan «La lavoratrice deve avere il pane, ma anche le rose».

La mostra si articola in due tempi. Il primo tempo inaugurato il 21 Novembre, curata da Rike Frank in dialogo con Florian Pumhösl e Gregorio Magnani, si aprirà su uno scenario che comprende: materiale d’archivio, opere di Gerry Bibby, Yasui Nakaji, Charlotte Posenenske, Vincent Vulsma, tessuti e libri campionari dalle collezioni della Fondazione Antonio Ratti.

Si inaugurerà i primi di marzo la seconda parte della mostra, curata da Gregorio Magnani in conversazione con Rike Frank. Le opere di Charlotte Posenenske saranno questa volta abbinate alla poesia concreta del gruppo Brasiliano Noigandres e con la più recente opera performativa di Janice Kerbel.

La mostra è visitabile da martedì a domenica (14.30-17.30) Ingresso libero.

La mostra è di sicuro interesse ed offre l’occasione per visitare Como e dintorni.  Da non perdere le specialità della cucina lariana (pesce di lago, polenta, affettati e la zuppa di cipolle) e un’incursione agli spacci (molti aperti anche il sabato) di tessuti e abbigliamento.

Lo spaccio Ratti si trova Cadorago (circa 10 Km da Como), mentre in città trovate Lario Seta e Diffusione Seta Outlet.

In assortimento tessuti, capi confezionati, cravatte, foulard, camice e cappelli, seta ma anche cachemire e lino. Da Roberto Cavalli a YvesSaintLaurent, da Moschino a Missoni, grande scelta tra i nomi della moda.

Firmati o no, i prodotti made in Italy si distinguono per qualità e design.

Il grande amore di Antonio Ratti per l’arte e il bello è vivo più che mai grazie alla fondazione, e continua ad ispirare la ricerca tecnologica e creativa contribuendo a tener viva la storica e prestigiosa tradizione della “Citta della Seta”.

 

Credits Immagini: Fondazione Antonio Ratti, Ratti spa