Ultimo exploit per le sfilate parigine, giunte al termine tra poche innovazioni effettive e una massiccia e quanto mai variegata quantità di capi.

L’immagine della donna che si delinea non è univoca e concorde dato che gli stilisti sembrano esplorare le diversità radicali della femminilità contemporanea. Il risultato è un mosaico colorato e vibrante.

Da Valentino la memoria storica diventa trampolino per indagare i nuovi  margini della donna della prossima estate. La coppia Chiuri -Piccioli, lavora con un turbinio di grafiche. Il decorativismo è innalzato all’ennesima potenza, il rigore a cui siamo stati abituati nelle passate collezioni diventa fluido e quanto mai sensuale. I tagli complessi e asimmetrici lasciano intravedere il tema che gli stilisti hanno adottato: il Grand Tour, il viaggio formativo intrapreso in Italia dalla nobiltà europea settecentesca. Ode dunque all’Italia, alla tradizione artigianale e alle superbe maestrie, al gusto per il colore e la decorazione.

Non resiste alla ventata di innovazione nemmeno Elie Saab. La sua impostazione couture si scontra con un’ispirazione sportiva vagamente inneggiante agli anni settanta. Inserti in pizzo, smerli sinuosi e incrostazioni di pietre fanno dialogare il gusto barocco con la dinamicità dei tempi moderni. Sporty-Chic.

In un set maestoso che riproduce un classico boulevard parigino, con tanto di marciapiede e pozzanghere, sfilano le creazioni di Karl Lagerfeld per Chanel. L’appeal è militare, rigoroso e severo. Guarda al passato lo stilista e rilegge i suoi capi più riusciti per donne che non sono cristallizzate nell’imitazione cieca di tempi storici diversi dal loro.

Cartelli e slogan urlati a gran voce accompagnano le ultime uscite, moderne suffragette rivendicano la libertà di esser donna nello scenario politico attuale.

Sobria e lineare gioca con i toni neutri la donna di Hermés, la pelle, feticcio della maison, rivendica un ruolo di primo piano e viene trattata alla stregua dei tessuti. Risultato: distinto, fresco, gradevole.

Ispirazione Cino-giapponese per le proposte di Alexander McQueen che si concede a divagazioni caotiche. Il senso di movimento, la voluta precarietà dei tagli cede il passo al gusto secco della sorpresa. Moderne dee colorate di grafiche rigorose incedono in passerella.

Le sfilate parigine riescono ad evidenziare le diverse fenomenologie di stessi eventi. Due facce della sensualità si delineano cristalline. Una, più morbida e ammiccante che si copre appena di hot-pants, sfila per Saint Laurent, l’altra, geometrica e rigorosa, fatta di profonde scollature tagliate con il bisturi, calca la passerella di Iris van Herpen.

Allo stesso modo Miu-Miu e l’estro creativo di Louis Vuitton, si misurano nel tema che ha dominato le passerelle della prossima primavera: il Bon Ton. Il primo consegna un’immagine nitida, scanzonata, riveduta secondo i canoni degli anni cinquanta, tra gonne a tubo da pin-up, blouson decostruiti e mini rouches che contaminano ogni capo. Il brand francese, invece, mostra un approccio preppy capace di giocare con una velata sensualità, che si nasconde dietro jeans oversize e maniche lunghe. Unico vezzo i colletti, frivoli e naif.


Immagini: Style.com