Prada ResortCon un’insolita scala di grigi e colori neutri rivoluzionò il concetto di femminilità. una manager che urla a piena voce la propria femminilità senza ostentarla. Modelle pulite e di una bellezza pura si sono avvicendate sulle sue passerelle. imponendo un messaggio: i canoni estetici di un marchio passano anche attraverso i casting.

Se prestiamo attenzione ai casting per modelli  dobbiamo riconoscere il peso enorme del marchio milanese Prada, garante di volti nuovi e di un patto con il successo per chi, a grandi falcate, attraversa la sua passerella.

Il merito è del direttore dei casting Russell Marsh, che il Telegraph ha descritto come avente “influenza nel mondo della moda”. Mentore della bellezza, riesce a cogliere i caratteri fisici della bellezza che influenzerà le tendenze. Grazie a lui, un  giro sulla passerella di Prada sigilla una carriera.

Lara Stone, Daria Werbowy, e Gemma Ward sono solo alcuni dei nomi da lui incastonai nel brillante universo delle top “se Marsh è meglio conosciuto per la proposta di icone di bellezze delicate e mai volgari o prorompenti (si pensi alle ragazze dell’Europa Orientale o più recentemente di origine  scandinava) le nuove direzioni di Prada, intraprese sotto l’attenta regia di Brokaw, tendono a favorire un tipo di donna più ermetica, la maturità e un impatto più da maschiaccio, secondo un’estetica innovativa. Si pensi ad Aymeline Valade e Milou van Groesen“.

Prada è dorato trampolino di lancio per una carriera di successo. Da qualche anno altre maison vogliono seguire l’esempio di Prada: Balenciaga, ad esempio, si pone come nuovo mecenate di bellezze, solo contratti esclusivi che impongono alle ragazze una totale associazione all’estetica del marchio. Modelle del calibro di Sasha Pivovarova, che sembra aver sfilato in esclusiva per maison Francese, ne diventano testimonial.

Per manifestare al mondo multiforme della moda i propri codici estetici sempre più si ricorre ai casting, in questo campo il primato tocca a Raf Simons, adesso direttore creativo di Dior. Già nel 1990 lo stilista belga, per diffondere da Anversa i suoi nuovi canoni di stile, ha lanciato indossatrici dal valore rivoluzionario nel mondo della moda affollato da top: il fascino androgino accompagnato da una figura esile  diventa dogma inviolabile nella scelta.

Dissacrante invece Riccardo Tisci che con Givenchy adotta una nozione diversa di bellezza. Si pensi agli uomini per la S / S 2015 che hanno sostituito dei ragazzini imberbi e apollinei, una serie di ragazze di diversa etnia la primavera estate 2014,  tra tutte la modella transgender, Lea T, protagonista assoluta della campagna  F / W 2010.

Saint Laurent, sotto la direzione creativa di Hedi Slimane, arruola come direttori del casting Barbara Nicoli e Leila Ananna, a garanzia  di modelle esclusive ad ogni stagione. Ma per la maison francese, il peso delle manequine da sempre ha influenzato i casting e le collezioni. Lo stesso Yves era noto per casting capaci di influenzare i canoni di un’epoca (quando le passerelle prediligevano bellezze All-American, Yves ha adottato un inedito e colorato mix etnico).

Lo stilista esaspera le caratteristiche della moda contemporanea: durante il suo mandato da Dior Homme nel periodo 2000-2007  ha prepotentemente inserito nel mondo della moda una fisicità estremamente filiforme. Estetica che non ha trascurato adesso che è a capo di una delle maison francesi più rilevanti. Indimenticabile il suo debutto da Saint Laurent con modelle relativamente sconosciute portatrici di un ideale estetico lontane anni luce dalla quotidianità.

Immagini: Campagna pubblicitaria Prada Resort 2014