Avanza a passo deciso, senza dubbi o difficoltà: non ci sono tacchi a spillo a renderla esitante nel percorso. Nella collezione autunno-inverno 2013, la femme garçonne è tornata a sfilare riscuotendo grande successo.

Fu Coco Chanel, quasi un secolo fa, a liberare la donna da bustini e crinoline. Dopotutto, se l’obbiettivo era combattere per l’emancipazione, c’era bisogno di un abbigliamento pratico che non rendesse l’impresa impossibile. Sì ai pantaloni, alle giacche, a quell’abitino nero che, così semplice e così discreto, sembrava ricordare pericolosamente la divisa delle commesse.

Mai come oggi Gabrielle potrebbe sentirsi fiera di quell’idea. Mai come oggi la donna si sente forte, indipendente, libera. Ormai (quasi) affermata in ogni ambito lavorativo, assumendo (quasi) tutti i diritti del sesso maschile ne ha ereditato, in parte, anche un alcuni capi must del suo guardaroba.

Capo cult per eccellenza: la giacca, declinata in mille modi diversi.

E’ Giorgio Armani (anche Emporio Armani) a riportarci indietro agli anni ’20, quando tutto cominciò. Le sue giacche hanno spalle accentuate, arricchite da piccole stampe in perfetto stile Art Decò. Le sue donne sono misteriose e affascinanti, sempre. Se al mattino preferiscono, per praticità, pantaloni alla caviglia e baschi di pelliccia, alla sera riscoprono quel che di giorno era rimasto celato: gli abiti sono lunghissimi, con scollature profonde e preziosi dettagli argento. Più che femme garçonne, femme gentleman, perfetto connubio tra rigore e sensualità.

Ritroviamo anche da Victoria Beckham capi maschili e spalline spigolose. Ma, sorpresa, in alcuni casi le maniche non ci sono, si aprono scendendo come eleganti mantelline. Colori accesi per i suoi capi. Non solo nero, ma anche giallo, viola, marrone e blu elettrico.

Estremamente più minimalisti Costume National e Marni. Il primo, ispirandosi alla tribù cinese Miao, lavora sulle sovrapposizioni. Taglio geometrico per i cappotti, colori scuri, le giacche sono blazer maschili rielaborati, ma neanche troppo. Il secondo propone invece forme più austere, che si allargano appena dalla vita in giù. Il tocco femminile retrò è dato dalla stola colorata di pelliccia che avvolgendo morbidamente il collo, accende il look. Tocco eccessivamente retrò, però, essendo vera pelliccia.

Anche Balenciaga propone giacche di volumi molto importanti, nero, bianco o con qualche striatura grigia, ma le spalle questa volta si addolciscono, si arrotondano (così come Proenza Shouler e Stella McCartney con il suo cappotto cocoon) ammorbidendo la figura. La donna scopre solo l’essenziale: gli avambracci o, nel caso degli abiti, un elegante spicchio di schiena e le gambe, ma mai oltre il ginocchio.

Le giacche di Joseph Altuzarra sono maschili, sì, ma anche sexy. Esaltano la figura femminile. Le gambe vengono fasciate da pantaloni aderenti che, quasi fondendosi con le scarpe in pelle, stuzzicano l’immaginazione.

Per focalizzare l’attenzione sul punto e sui fianchi, Raf Simons per Christian Dior punta invece sulle bar-jackets, capo cult della Maison. Il tailleur, nero o grigio, ha pantaloni ampi e giacche che, ancora una volta, non castigano il corpo ma lo modellano. Accessorio perfetto: borsa a mano rettangolare con sopra rappresentata un’elegante scarpetta. Più un iconico simbolo di rivendicazione che un ultimo ricordo di femminilità. Come dire: noi sì e voi no.

Una donna più ribelle, tosta e rockeggiante è quella presentata da Saint Laurent. Forse è ancora una ragazza, vista la lunghezza delle (mini) gonne e l’aggressività con cui guarda il mondo. Vengono presentante vari tipi di giacche dal sapore maschile: cappotto, montgomery, giacca tuxedo, biker jacket… tutte indossate con sofisticata nonchalance, come se nulla importasse. Come se fossero state appena prese in prestito dal fidanzato (probabilmente, Kurt Cobain). Ci sono pelle, borchie, tartan e molto, moltissimo nero.

Per ricordarci che c’è ancora molto contro cui ribellarci.

Immagini: Style.com