mostra

“Il Bel Paese: dal Risorgimento alla Grande Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi”, a cura di Claudio Spadoni, promossa dal Comune di Ravenna, dall’Assessorato alla Cultura e dal Museo d’Arte della città, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, è uno spaccato dell’Italia tra Risorgimento e Grande Guerra.

Visitabile fino al 14 giugno 2015, IL BEL PAESE, luogo del desiderio per molti artisti e letterati, ci racconta come eravamo cent’anni fa.

Una mostra in cui vediamo raffigurati i paesaggi, così come sono stati visti e reinterpretati dai più grandi artisti italiani del tempo: Balla, Bianchi, Boccioni, Boldini, Caffi, Carrà, Cremona, De Nittis, Depero,Fattori, Fontanesi, Guaccimanni, Induno, Lega, Michetti, Morbelli, Palizzi, Pelizza da Volpedo, Previati Russolo, Segantini, Signorini.

L’esposizione documenta anche le trasformazioni politiche, economiche, culturali con la rappresentazione di spaccati di vita quotidiana come specchio di diverse condizioni sociali .

All’epopea risorgimentale raccontata nei dipinti di Induno, Fattori, Lega, seguono dipinti dei maggiori artisti del tempo, come Fontanesi, Caffi, Costa, Induno, Bianchi, Palizzi, Previati, Segantini: vette alpine, vedute lacustri, i più ammirati paesaggi marini e scorci tra i più pittoreschi delle città mete celebrate del Grand Tour, come Venezia, Firenze, Roma, Napoli, nelle diverse declinazioni degli interpreti di punta del secondo Ottocento italiano, nonché di diversi artisti stranieri.

Tradizioni e costumi, rappresentazioni della vita quotidiana di una società ancora rurale ma che lentamente si avvia all’industrializzazione, ci vengono rappresentate nei dipinti di Fattori, Lega Cannicci, Cammarano, Boccioni, ma non manca la caratterizzazione di personaggi di diversa condizione sociale offerta da Lega, Cremona, De Nittis, Boldini.

Completano la mostra opere realizzate tra il primo e il secondo decennio del ‘900, che documentano l’avvento del Futurismo, l’avanguardia guidata da Filippo Tommaso Marinetti, con artisti quali Boccioni, Balla, Depero, Carrà, Russolo, decisi a spazzare via ogni residuo della cultura e della sensibilità ottocentesche, prima che la Grande Guerra, vero spartiacque tra i due secoli, segni profondamente anche la continuità e le avveniristiche utopie del movimento.

Immagine: Courtesy of Press Office