Il profumo non è un semplice cosmetico, è molto di più. Dietro ogni grande profumo si cela il lavoro certosino di maestri profumieri in grado di estrarre dalla natura le essenze più pregiate per combinarle in valzer fragranti e travolgenti.  Se la moda cambia e ogni anno ci propone cose nuove, beh, per i profumi non funziona proprio così. Infatti quando una fragranza ha colto nel segno è capace di diventare iconica e scrivere pagine di storia.

Così ci possiamo addentrare in un profumato excursus che ripercorra gli ultimi duecento anni passando di boccetta in boccetta, per scoprire che molti di questi profumi ancora oggi ci fanno compagnia.

L’Eau de Cologne è ormai per tutti la Cologne n° 4711, quella straordinaria formula che la leggenda vuole sia stata creata da un monaco tedesco per celebrare le nozze di un certo Wilhelm Mülhens nel lontano 1792. Questa “aqua mirabilis”,come lo stesso creatore la definì, rapii subito il fortunato sposo che così iniziò la sua produzione divenendo ben presto un successo conosciuto in tutto il mondo come Acqua di Colonia. Da allora questa fragranza agrumata e aromatica ha cambiato per sempre il mondo della profumazione e rimanendo invariata nel tempo batte ancora la concorrenza di ogni imitazione.

Se nell’Ottocento il profumo diviene di gran moda, è nel Novecento che la sua produzione si intensifica e si migliora grazie sia alla scoperta di essenze sempre nuove sia dell’utilizzo di componenti sintetiche, gli aldeidi, in grado di ancorare il profumo alla pelle. Non più evanescente, il profumo diventa un vero e proprio accessorio di culto.

Tra i più antichi profumi ancora in commercio c’è Mitsouko creato da Jacques Guerlain nel 1919, una fragranza dal sapore orientale in grado di risvegliare il desiderio e la voglia di vivere dopo l’oscura parentesi del conflitto mondiale. Questo profumo è un inno all’amore, in particolare quello impossibile tra la bella giapponese Mitsouko ( che significa “mistero”) e un giovane ufficiale inglese. Una vicenda  sicuramente ricca di pathos, ma proprio per questo efficace nell’elevare questo profumo cyphre- fruttato nell’olimpo della storia.

Ovviamente questo creato da Guerlain ha trovato poco dopo un degno rivale con cui battersi, è infatti del 1921 il celeberrimo Chanel n°5, ancora oggi il più venduto al mondo. Il merito? Una Coco Chanel avanguardista che voleva dare alle donne un profumo creato su di loro come un vestito e che riuscì in poco tempo a farlo conoscere a tutta Parigi iniziando a regalarlo alle sue migliori clienti in atelier. Con lei il chimico Ernst Beaux ha creato un’ardita combinazione di 80 ingredienti, tra i quali gli aldeidi, rivoluzionando  il concetto di profumo femminile fino ad allora puramente floreale creando qualcosa di mai sentito prima.

Un altro capolavoro di quegli anni è Shalimar, sempre Guerlain e sempre una storia d’amore, questa volta di un principe indiano. Una vera e propria scommessa olfattiva che non può non essere citata, infatti Guerlain inserì in un classico bouquet fiorito una nota di vaniglia, mai usata prima.

L’amore sembra essere un filo conduttore importante per la creatività dei grandi profumieri, tra le quali Madame Lanvin  che creò la sua fragranza nel 1927. Si chiama Arpège ed è un tenero cipriato in grado di evocare in una boccetta tutta la tenerezza di sua figlia intenta a suonare il pianoforte e ovviamente il suo amore di madre, il tutto sottilmente raccontato dall’incisione dorata della boccetta.

Una ventata di ottimismo è stato sicuramente Joy, il profumo creato nel 1930 da Jean Patou e diventato celeberrimo per la sua etichetta di profumo più caro al mondo. Pensato per il mercato americano dopo la grande depressione, occorrono ben 10.600 fiori di gelsomino e 28 dozzine di rose per 30ml. Non c’è che dire, un vero e proprio inno alla gioia e alla spensieratezza!

Ci avviciniamo un po’ ai nostri giorni con l’innovativa Ô di Lancôme, ma anche con l’irriverente Opium di Yves Saint Laurent. Quella di Lancôme è la prima Eau Fraîche della storia, creata nel 1969 da Robert Gonnon il quale pensò a una fragranza estiva leggera come l’acqua ma profumatissima come i giardini mediterranei. Infatti le note agrumate dominanti sono accompagnate da note verdi di basilico, rosmarino e caprifoglio ma anche da legni e muschio nelle note finali. La proposta di YSL, del 1972, invece fu quella di stupire lanciando sul mercato americano una fragranza orientale da un nome inequivocabilmente provocatorio, un inno all’ebbrezza e all’allucinazione.

Per finire due profumi che per la prima volta hanno strizzato l’occhio al mondo dei giovani. È della fine degli anni ’70 Anaïs Anaïs di Cacharel che si rivolge alle teenager e alle giovani hippy di quegli anni con un profumo meno tradizionale e più accessibile. Così accessibile davvero a tutti diventa negli anni ’90 la fragranza Ck One di Calvin Klein. L’imperativo di questa creazione è quello di essere unisex, incarnando nella sua miscela aromatica la forza della lotta per la parità dei sessi che infiammava la cultura pop di quegli anni.

Non ci rimane altro che fare nostri questi piccoli tesori di arte profumeria, delle vere e proprie opere d’arte olfattive in grado di esaltare la nostra femminilità.

Immagini: Official Web Sites; Grazia.itIl profumo non è un semplice cosmetico, è molto di più. Dietro ogni grande profumo si cela il lavoro certosino di maestri profumieri in grado di estrarre dalla natura le essenze più pregiate per combinarle in valzer fragranti e travolgenti.  Se la moda cambia e ogni anno ci propone cose nuove, beh, per i profumi non funziona proprio così. Infatti quando una fragranza ha colto nel segno è capace di diventare iconica e scrivere pagine di storia.

Così ci possiamo addentrare in un profumato excursus che ripercorra gli ultimi duecento anni passando di boccetta in boccetta, per scoprire che molti di questi profumi ancora oggi ci fanno compagnia.

L’Eau de Cologne è ormai per tutti la Cologne n° 4711, quella straordinaria formula che la leggenda vuole sia stata creata da un monaco tedesco per celebrare le nozze di un certo Wilhelm Mülhens nel lontano 1792. Questa “aqua mirabilis”,come lo stesso creatore la definì, rapii subito il fortunato sposo che così iniziò la sua produzione divenendo ben presto un successo conosciuto in tutto il mondo come Acqua di Colonia. Da allora questa fragranza agrumata e aromatica ha cambiato per sempre il mondo della profumazione e rimanendo invariata nel tempo batte ancora la concorrenza di ogni imitazione.

Se nell’Ottocento il profumo diviene di gran moda, è nel Novecento che la sua produzione si intensifica e si migliora grazie sia alla scoperta di essenze sempre nuove sia dell’utilizzo di componenti sintetiche, gli aldeidi, in grado di ancorare il profumo alla pelle. Non più evanescente, il profumo diventa un vero e proprio accessorio di culto.

Tra i più antichi profumi ancora in commercio c’è Mitsouko creato da Jacques Guerlain nel 1919, una fragranza dal sapore orientale in grado di risvegliare il desiderio e la voglia di vivere dopo l’oscura parentesi del conflitto mondiale. Questo profumo è un inno all’amore, in particolare quello impossibile tra la bella giapponese Mitsouko ( che significa “mistero”) e un giovane ufficiale inglese. Una vicenda  sicuramente ricca di pathos, ma proprio per questo efficace nell’elevare questo profumo cyphre- fruttato nell’olimpo della storia.

Ovviamente questo creato da Guerlain ha trovato poco dopo un degno rivale con cui battersi, è infatti del 1921 il celeberrimo Chanel n°5, ancora oggi il più venduto al mondo. Il merito? Una Coco Chanel avanguardista che voleva dare alle donne un profumo creato su di loro come un vestito e che riuscì in poco tempo a farlo conoscere a tutta Parigi iniziando a regalarlo alle sue migliori clienti in atelier. Con lei il chimico Ernst Beaux ha creato un’ardita combinazione di 80 ingredienti, tra i quali gli aldeidi, rivoluzionando  il concetto di profumo femminile fino ad allora puramente floreale creando qualcosa di mai sentito prima.

Un altro capolavoro di quegli anni è Shalimar, sempre Guerlain e sempre una storia d’amore, questa volta di un principe indiano. Una vera e propria scommessa olfattiva che non può non essere citata, infatti Guerlain inserì in un classico bouquet fiorito una nota di vaniglia, mai usata prima.

L’amore sembra essere un filo conduttore importante per la creatività dei grandi profumieri, tra le quali Madame Lanvin  che creò la sua fragranza nel 1927. Si chiama Arpège ed è un tenero cipriato in grado di evocare in una boccetta tutta la tenerezza di sua figlia intenta a suonare il pianoforte e ovviamente il suo amore di madre, il tutto sottilmente raccontato dall’incisione dorata della boccetta.

Una ventata di ottimismo è stato sicuramente Joy, il profumo creato nel 1930 da Jean Patou e diventato celeberrimo per la sua etichetta di profumo più caro al mondo. Pensato per il mercato americano dopo la grande depressione, occorrono ben 10.600 fiori di gelsomino e 28 dozzine di rose per 30ml. Non c’è che dire, un vero e proprio inno alla gioia e alla spensieratezza!

Ci avviciniamo un po’ ai nostri giorni con l’innovativa Ô di Lancôme, ma anche con l’irriverente Opium di Yves Saint Laurent. Quella di Lancôme è la prima Eau Fraîche della storia, creata nel 1969 da Robert Gonnon il quale pensò a una fragranza estiva leggera come l’acqua ma profumatissima come i giardini mediterranei. Infatti le note agrumate dominanti sono accompagnate da note verdi di basilico, rosmarino e caprifoglio ma anche da legni e muschio nelle note finali. La proposta di YSL, del 1972, invece fu quella di stupire lanciando sul mercato americano una fragranza orientale da un nome inequivocabilmente provocatorio, un inno all’ebbrezza e all’allucinazione.

Per finire due profumi che per la prima volta hanno strizzato l’occhio al mondo dei giovani. È della fine degli anni ’70 Anaïs Anaïs di Cacharel che si rivolge alle teenager e alle giovani hippy di quegli anni con un profumo meno tradizionale e più accessibile. Così accessibile davvero a tutti diventa negli anni ’90 la fragranza Ck One di Calvin Klein. L’imperativo di questa creazione è quello di essere unisex, incarnando nella sua miscela aromatica la forza della lotta per la parità dei sessi che infiammava la cultura pop di quegli anni.

Non ci rimane altro che fare nostri questi piccoli tesori di arte profumeria, delle vere e proprie opere d’arte olfattive in grado di esaltare la nostra femminilità.

Immagini: Official Web Sites; Grazia.it