Due famosi brand inglesi e due diverse strategie di marketing: parliamo di Mulberry e Burberry, che recentemente hanno annunciato importanti cambiamenti per il nuovo anno.

Se Mulberry ha infatti deciso di tagliare i prezzi, Burberry li alza.

Mulberry aveva dato luogo ad un’importante revisione delle strategie aziendali sotto la guida del CEO Bruno Guillon che prese la decisione di alzare i prezzi al fine di rendere il marchio più esclusivo. Un brand di nicchia che conquistasse il regno delle passerelle più lussuose come Prada e Balenciaga. Ma l’affermarsi di designer e case di moda dai prezzi competitivi e più accessibili, tra i quali Michael Kors, assommati ai risultati negativi delle vendite nel mercato asiatico, ne hanno sfatato il mito e l’audace ambizione.

Ecco quindi la necessità di calare i prezzi e soddisfare le aspettative degli affezionati clienti.

Mulberry è ancora alla ricerca di un nuovo amministratore delegato dopo l’uscita di scena di Guillon avvenuta il mese scorso, ma intanto il ritorno alle origini.

Diversamente per Burberry: il mercato asiatico, specialmente Cina e Corea del Sud, hanno giocato a favore del british brand, incrementandone le vendite del 19% in soli sei mesi e portandolo a brillare in borsa.

Nel contempo la sterlina è cresciuta del 4% sul dollaro del 4%, un cambio sfavorevole che secondo la società potrebbe fare uscire 30 milioni di sterline dalle sue casse.

Benché, come afferma Carol Fairweather Chief Financial Officer dal 2013, “non ci siano reazioni impulsive in termini di variazioni dei prezzi”, Burberry ha deciso di seguire la strada intrapresa da diverse delle case di moda rivali: alzare i prezzi e tutelarsi in anticipo.