All’interno della cinquecentesca chiesa di San Gallo, l’artista concettuale newyorkese Patricia Colin ha creato un sacrario in onore delle ragazze che subiscono ogni forma di violenza.

È la prima installazione di una serie di site- specific che seguiranno in città di tutto il mondo e per la città di Venezia l’artista, che da più di vent’anni lavora su temi di giustizia sociale, legati a questioni relative al gender, ha raccolto centinaia di abiti femminili provenienti da tutto il mondo e li ha collocati su tre altari di pietra, come reliquie di giovani martiri.
L’altare centrale è occupato da sari dai colori vivaci e ricordano le tre ragazze indiane, violentate, assassinate e lasciate appese agli alberi.

Sull’altare di sinistra gli hijabs rappresentano le 276 alunne di una scuola assassinate dall’organizzazione terroristica Boko Haram in Nigeria, mentre su quello di destra la pila di grembiuli e divise simboleggiano quelli indossati dalle ragazze nelle case Magdalene, gli istituti femminili per il recupero di giovani donne orfane, attivi in Irlanda e negli Stati Uniti fino al 1996.

Accanto ai cumuli di abiti, sono poste le fotografie di questi tragici eventi e l’installazione costituisce un esempio della capacita dell’arte di fornire uno spazio per riflettere sulla difficile situazione di tante giovani donne, costrette a sopportare violenza , repressione e ignoranza diffusa.

La mostra, curata da Ludovico Pratesi , critica d’arte di Repubblica, è presentata da The Brooklyn Rail Curatorial Projects ed è visitabile dal 9 maggio al 22 novembre.

 

Immagini: xlifestyle.eu