Il secondo giorno delle sfilate milanesi dedicate alla moda maschile ha visto, fra gli 8 stilisti in passerella, due correnti di pensiero che possono riassumere le collezioni presentate.

La prima riguarda quella dell‘eleganza rilassata, presente nelle collezioni di Bottega Veneta, Salvatore Ferragamo, Calvin Klein, Missoni ed Iceberg.

La seconda invece riguarda l’idea di innovare, stravolgere e cambiare la moda attuale con collezioni futuristiche-Vivienne Westwood e Moncler Gamme Bleu. In alternativa l’idea di uno stravolgimento radicale di ciò che è stato il passato nella moda (Prada).

Altro comune denominatore l’eliminazione della cravatta come accessorio must have dell’uomo elegante, ad eccezione di Moncler Gamme Bleu che stravolge la funzione “equilibrante” e “classica” della cravatta, perchè l’intero look è qualcosa di assolutamente avveniristico.

L’eleganza dell’autunno-inverno 2014-15 sembra basarsi su un concetto di relax, pacatezza e rivoluzione nel modo di essere e del portamento.

E Bottega Veneta conosce benissimo questo stile ricercato ma allo stesso tempo tranquillo, semplice, lineare. Gli abiti creati da Tomas Maier sono puliti e frutto di un sapiente gioco di equilibrio e di proporzioni che rendono apprezzabile il lavoro dello stilista. Eliminati gli eccessi ci si concentra sul contenuto, su abiti (pochi) e capi sapientemente creati e frutto di un know how d’eccellenza.

In una simile prospettiva si muovono sia Iceberg sia Missoni.

Entrambi sono portavoce del concetto di eleganza tranquilla, easy, semplice, ma se il primo contamina la propria collezione con dettagli “street style” o ispirazioni pop art (le stampe sulle maglie), il secondo si concentra a creare abiti dalle contaminazioni surf, street fashion e indi. Tanti colori dominano la collezione ed il tocco di classe è dato dalla grande sciarpa che gioca sulle spalle.

 Salvatore Ferragamo per l’inverno a venire tende a ricreare attraverso i suoi abiti “il ritratto di un interno”, afferma Massimiliano Giornetti, creativo del marchio.

A ben guardare la collezione richiama gli ambienti di casa (i tappeti, il cibo e le coperte) ma allo stesso tempo gli abiti affermano a gran voce l’appartenza ad un “lusso domestico”. Il lusso infatti deve essere qualcosa che si fa proprio, si adatta, si modella e si crea.

In sintonia con quanto sopra Calvin Klein che spicca e si muove su due versanti. Da una parte infatti omaggia le glorie profumiere del passato evocate dalle scritte sulle felpe, “Obsession”, “Eternity”. Dall’altra invece, mixando cammello e grigio con alcune punte di nero, crea quella sensazione di lusso tranquillo con dettagli sportivi ed avveniristici.

Vivienne Westwood e Moncler Gamme Bleu invece, come in parte Calvin Klein, sono un misto fra l’eleganza sartoriale e futuro. Westwood richiama, per alcuni abiti, lo spazio, i protagonisti di Star Wars (abito appuntito viola e bianco o grigio con particolare lavorazione), mentre il secondo, essendo il “padre” del piumino, mixa lo stile sportivo del bomber ad abiti e dettagli sartoriali.

Menzione d’onore spetta infine a Prada che presenta una collezione totalmente fuori dagli schemi e che, di primo acchitto, potrebbe essere “anti fashion”. Se infatti, per le collezioni precedenti, Miuccia Prada si era ispirata all’attualità ed al mondo culturale, questa sfilata è un inno all’individualità, in cui l’uomo, da solo, vive sul palcoscenico della propria vita (il set della sfilata è infatti un teatro in cui gli spettatori stanno al lato di questo ed al centro vi è un’orchestra). Non importa che dicono gli altri, l’importante è essere.

Abiti e accostamenti di ottima manifattura vengono infatti uniti fra di loro senza logica apparente, ma che in realtà racchiudono in sé il mistero della moda: quello di saper stupire.

Immagini: Style.com