È il Gianicolo il punto migliore per guardare la maestosa bellezza di Roma. In una quiete frenetica, tra crogiuoli di strade, sotto un orizzonte segnato dal bianco dei marmi, dall’oro degli stucchi e dalle morbide curve delle cupole, si svolge la vita romana cullata dai flutti del Tevere.

Roma, caput mundi, conserva la vocazione ad essere il centro del mondo e esercita un fascino singolare su chi la vive, custode di taciti segreti che profumano di eterno.

Su una Vespa si muove il rampollo romano, veloce per sfuggire a tutte le citazioni cinematografiche che potrebbero appesantirlo. Rinnega le camicie e tutti i formalismi, asciutto riduce ai minimi termini il suo vestire (Massimo Dutti).

Veloce come il vento, alle maliziose carezze di Zefiro si concede facendosi scompigliare i capelli, celando al perbenismo il suo sguardo compiaciuto, dietro grandi occhiali da sole dal sapore vintage (Persol).

Non l’ombra di una meridiana, ma un divertente orologio da polso lo ancora alla dolce realtà (Daniel Wellington).

L’oro di un Oscar colora la Roma Bene, la Roma della cultura, dei circoli, dei simposi più esclusivi, dei dandy.

Piaceri squisitamente sartoriali indossa il signore romano (Stefano Ricci), in un sofisticato gioco di rimandi conferisce carattere alla sua persona. Si nutre di dettagli che ad un occhio attento risulteranno di inestimabile valore. Non pietre ma antiche monete romane ornano i suoi gioielli (Bulgari) e un dettaglio rosso, una pochette Hermés, colore destinato ai senatori, ultimo baluardo della grandezza di un impero, sublima il suo carattere rendendolo potente come una divinità di fronte alla “Grande Bellezza” che scorre placida davanti i suoi occhi.

Veste la notte l’uomo che profuma della città eterna: in completi smilzi dai tagli ricercati e freschi (Valentino) si muove placido e languido tra il fermento crepuscolare, come in un film felliniano percorre set cinematografici inconsapevoli su scanzonate scarpe che fanno eco alle eccellenze italiane (Fratelli Rossetti).

Solitario si avvia per le strade fresche, per compagna solo l’irriverenza carnale del suo profumo Bottega Veneta che lo rende bello tra le bellezze mute delle architetture di pietra.