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Una pelliccia bianca stile Yeti apre la sfilata più attesa della giornata, quella di Louis Vuitton che si può definire con tre aggettivi: minimal-chic, tecnologica e modernista.

Tre aggettivi tanto diversi quanto simili che Nicholas Ghesquière utilizza per costruire ed idealizzare la nuova collezione Louis Vuitton autunno inverno 2015-16.

Pochi fronzoli per la donna Vuitton che vestirà capi dalle linee essenziali ma dominanti. I tagli delle giacche per i tailleur sono puliti, esatti. Per gli short dresses sono decisi e lasciano intravedere una pulizia formale e stilistica senza precedenti, minimal appunto. Le poche “licenze poetiche” che si prende Ghesquière sono quelle di rendere sinuosi e tech i top, la maglieria e le gonne e morbide ed avvolgenti le pellicce.

A questo rigore stilistico va aggiunta la tecnologia che ha un ruolo dominante sia sull’abbigliamento che sugli accessori. Aboliti pizzi ed applicazioni che fanno posto a tagli al laser, effetti 3D sulle borse e bauletti e stampe idilliache ma futuriste sugli short dresses a fine sfilata.

Nel complesso quindi la collezione guarda al futuro ma non è futurista. Sta in bilico fra la modernità e il passato, fra ciò che fece la gloria della moda negli anni ’70-’80 e ciò che ora è moda. Un inizio di percorso che se continuato rivoluzionerà la moda.