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“Henri Rousseau. Il candore arcaico” è la mostra, curata da Laurence des Cars e Claire Bernardi, che si potrà visitare al Palazzo Ducale di Venezia dal 6 marzo al 5 luglio.
I cento capolavori esposti, 40 di Rousseau e 60 di altri pittori, provenienti dalle maggiori collezioni internazionali, raccontano l’inimitabile realismo magico e poetico del Doganiere in un confronto con i suoi contemporanei, da cui emerge l’innegabile influsso della sua arte sui rappresentanti delle avanguardie storiche di tutto il mondo, da Frida Kahlo a Picasso, da Kandinsky a Morandi e Carrà.
«È la prima volta che in Italia si organizza una rassegna di tali dimensioni dedicata a questo straordinario pittore» dice il direttore della Fondazione Venezia Musei (Muve) Gabriella Belli, ideatrice dell’iniziativa insieme a Guy Cogeval. Si tratta di un artista «originale, eccentrico, vero outsider della pittura francese», che resta «anomalo, anche se è stato il primo a ripristinare l’uso del disegno» dopo la rivoluzione.
Giungle fiabesche, paesaggi onirici, nature morte, ritratti, dove non sempre la costruzione è perfetta, spalancano una finestra su mondi esotici ed arcaici.
Scrive il critico e collezionista germanico Wilhelm Uhde nel 1911: “Di fronte alla natura Rousseau è come un bambino: per lui, costituisce ogni giorno un avvenimento nuovo del quale ignora le leggi; ai suoi occhi, dietro i fenomeni esiste qualcosa d’invisibile che è, per così dire, l’essenziale. La natura ha conservato tutti i suoi veli, per lui; il suo sentimento religioso e la fantasia ne sono sollecitati: da qui, la nota mistica dei suoi dipinti. “
La «naivete» di Rousseau non è però l’unico elemento portante dell’esposizione di Palazzo Ducale, questa mostra mette giustamente in luce il rilevante influsso esercitato sui movimenti artistici del tempo da questo pittore disprezzato dagli accademici , che giudicarono il suo stile”inferiore”.
Immagine: Palazzoducale.visitmuse.it
Comments by Maria Eugenia Panzera