Ma si può distruggere un’opera d’arte ? Certamente, se la sera prima c’é stato un evento e la mattina dopo le donne delle pulizie trovano una sala ingombra di bottiglie rovesciate a terra, mozziconi, coriandoli, stelle filanti. Così l’installazione delle artiste milanesi Goldscmied&Chiari, intitolata “Dove andiamo a ballare stasera?” è stata scambiata per i postumi di una festa e buttata nei bidoni della raccolta differenziata.
Creata per la “Casa Atelier” di Museion, ispirata alla crisi della politica degli anni Ottanta e ad una “guida turistica delle discoteche” scritte dall’ex ministro socialista De Michelis (!), è un’opera inserita nel progetto espositivo nazionale curato da Achille Bonito Oliva intitolato “L’Albero della Cuccagna. Nutrimento per l’arte.”
Ma non è la prima volta che un’opera d’arte non viene interpretata come tale: dalla vasca incerottata di Joseph Beuys ( ripulita dagli addetti alle pulizie) alla porta di Marcel Duchamp (ritinteggiata dagli imbianchini alla Biennale di Venezia)…
Ed è stato proprio Marcel Duchamp che per primo, invece di presentare ad una mostra una scultura o un dipinto, osò esporre un orinatoio usato intitolato Fontana. Provocazione? No, commenta Vittorio Sgarbi in “Arte e Vita”:” la forza della “trovata” è tale che quella diventa una grande opera d’arte del Novecento . Invece di esaltare la funzione, se ne esalta la forma”.
Anche nell’opera esposta al Museion di Bolzano viene esaltato il significato puramente estetico, significato non compreso dalle donne delle pulizie che hanno pensato di ripulire il salone espositivo insudiciato da gente poco educata.

Immagine: www.museion.it