Le settimane della moda stanno per prendere il via, almeno nelle sue quattro capitali e come sempre sale la febbre per l’attesa. Quali saranno i trends? Quale sará la sfilata piú celebrata? Quale front row il piú ricco di celebs?

In poche parole, cosa ci si aspetta da una fashion week? Due anni fa ho cominciato a frequentare le fashion week, in particolare la London Fashion Week, e la prima cosa che non puó mancare sono le sfilate fuori dalle passerelle, ovvero la sublime arte dello street style.

Ogni capitale della moda ha le sue regole, e lo street style si adegua: boho chic a Parigi, metropolitano/snob/chic a New York, snob a Milano, eccentrico a Londra. Una parata di stampe, geometrie, asimmetrie, un caleidoscopio di colori e look che poco hanno a che fare con l’ordinario, a meno che non ci si chiami Anna Dello Russo.

Le vie delle cittá diventano catwalks improvvisati, i flash degli smartphone sono le nuove fotocamere di paparazzi dell’ultima ora. Quindici minuti di gloria non si negano a nessuno. E se lo spettacolo fuori non vi ha stupito, bisogna andare sulle vere passerelle per assistere a miracoli creativi da migliaia di dollari e centinaia di ore di lavoro.

Ma prima bisogna fare i conti con gli spostamenti degli stilisti, che sembrano aver deciso che mettere radici in una cittá e sfilare li per qualche anno o per sempre non sia poi una cosa cosí cool.

McQueen é passato da Londra a Parigi, Stella McCartney bazzica sulle due sponde della Manica, ma non disdegna New York, Tom Ford addirittura va a Los Angeles, tanto ormai veste solo celebs e vuol fare il regista ( pare sia promto a girare il suo secondo lungometraggio, dopo A Single Man). Riccardo Tisci non é da meno, quindi dice a bientot a Parigi e vola nella Grande Mela, dove addirittura la sua sfilata sará aperta al pubblico. Riuscirá a glissare il succeso di altre sfilate evento? Staremo a vedere, ma nel frattempo giornalisti e fotografi si chiedono chi troveranno nel calendario nella cittá alla quale sono destinati.

Ma non solo stilisti, che si divertono a cambiare cittá o brand (vedi Alexander Wang che lascia Balenciaga). Anche le capitali della moda fanno i capricci: addio Lincoln Center e Somerset House, benvenuti Skylight Clarkson e Soho. Meno male che a Milano c’é qualche certezza in piú, o forse poca propensione al cambiamento. Chi lo sa.

Passato l’iniziale spaesamento davanti a tanti cambiamenti ( neanche i temuti e celebrati PR sono sempre gli stessi), una certazza sola accomunale fashion week: i party. Che non ci siano collezioni esaltanti o che siano solo reinvenzioni di anni giá passati, poco importa. A little party neverkilled nobody. Salute!

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Immagini: Tumblr