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Forse il nome Jean-Pierre Jeunet non vi suona, ma sicuramente saprete chi è Amelie.

Il regista francese de “Il favoloso mondo di Amelie”, considerato dalla Europe List il film che più ha influenzato la cultura europea dopo “La vita è bella” di Benigni e “Le vite degli altri” di Donnersmack, ha la capacità di portare sullo schermo realismo magico e tenerezza allo stesso tempo.

Quello che pochi si aspetterebbero dal re della “pucciosità”, Indiewire lo ha definito infatti più “twee” di Wes Anderson, è una commedia horror e grottesca. Invece tutto iniziò proprio così, e prima di sfoderare l’idealismo romantico l’artista ha indugiato parecchio su atmosfere dal terrore favoleggiante che ricordano gli incubi di Terry Gilliam.

Accusato di “guardare più alla forma che al contenuto”, Jeunet rimarrà in ogni caso nell’immaginario della nostra cultura e, perché no, del nostro armadio.

Vestirsi come un personaggio di un film di Jean- Pierre Jeunet è quindi l’ideale se volete un revival della vostra infanzia, o se non riuscite a superare patologie mentali dovute a questa ultima.

Il look-Amelie è abbastanza semplice. Come in “Una lunga domenica di passioniAudrey Tautou, attrice protagonista in entrambi i film, indossa gonne lunghe fino almeno a metà polpaccio. Ai piedi si consiglia una scarpa “senza troppe pretese”, uno scarponcino basso magari, con calzino rigorosamente a vista.Giacche in velluto vanno bene in qualsiasi epoca ( “Una lunga domenica di passioni” è infatti ambientato durante la Prima Guerra Mondiale) così come le camicette, dallo scollo a barca o alla koreana alla chiusura con fiocco.

Ne “L’esplosivo piano di Bazil” e “La città dei bambini perduti” le salopette sono un capo chiave. Da lavoro, quasi pantaloni con bretelle, nel primo caso, velluto rosso e gonna nel secondo, dove la bambina ci ricorda particolarmente Amelie da piccola. Da abbinare un maglione a righe, possibilmente bianche e rosse, o monocolore in tinta pastello. Se volete fare la parte dei “cattivi” sotto al maglione fate fuoriscire un colletto a quadretti.

Delicatessen” è il vintage anni 50: un vestito abbastanza austero, con al massimo una fantasia con piccoli fiori, e un pullover corto, slacciato e usato più come coprispalle. “Lo straordinario viaggio di T.S.Spivet” è invece il country dove un giacchetto di denim giallo e una camicia a righe si abbinano perfettamente ad un cappello da cowboy, e un morbido vestito a fiori non può fare a meno di una paglietta.

In generale il taglio di capelli richiede una frangetta, mai troppo lunga, e l’arrivo dell’inverno richiede un cappotto, mai troppo corto. Occhiali sono preferibili con una montatura trasparente e la coppola è adatta ad ogni occasione. Il vostro motto è rosso e righe.

Wes Anderson sta a YSL quanto Jean-Pierre Jeunet sta a Chanel. Guarda caso la protagonista dello spot di Jeunet per Chanel n 5 è proprio Audrey Tautou, che interpreta la stilista anche nella versione cinematografica della sua biografia.

Per concludere armatevi di un nano da giardino, un vero trend dal 2001, e ricordate che sono tempi duri per i sognatori, ma mai per lo stile parigino.

Immagini: www.hirideyo.com, guidatv.sky.it, noirbettie.com, poco-cocoa.com, www.chicandcharming.com, www.cinefil.com, deyoung.famsf.org,www.youtube.com