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Alla Paris Fashion Week le sorprese continuano a calcare e a dominare le passerelle.

A cominciare da Balenciaga, creata da Alexander Wang, che si ispira all’enorme archivio della Maison. In pedana sono protagonisti cappotti cocoon finemente lavorati, cocktail dresses dai ricami e dai dettagli preziosi quali i collari in pelliccia, pantaloni skinny e top ultra glamour. Scopo della collezione? Omaggiare la clientela che comprava Balenciaga ora ed allora con però un twist moderno, attuale.

Attualità a volte fa rima con staticità, come quella presentata da Rick Owens, lo stilista americano fondatore dello stile underground che reinterpreta in chiave ipermodernista l’architettura. Sfilano abiti che richiamano per forme e volumi le costruzioni di Frank Lloyd Wright ma anche quelle di Zaha Hadid in un bilanciamento fra modernità e contemporaneità senza uguali. Chic, ma irreale, il volto delle modelle ricoperte di oro o argento, quasi a voler simboleggiare la staticità e la potenza della nuova donna Rick Owens.

Infine, l’attesissimo debutto di John Galliano al ready-to-wear di Maison Martin Margiela. Booom! Un successo sia creativo che stilistico. Con questa seconda presentazione per Margiela, Galliano ha rimarcato e ben definito la sua estetica romantica, decadente e concettuale per la maison ma ha anche stupito per portabilità e desiderabilità dei capi. Must have di stagione i cappotti (anche cammello) dall’allure ’70s e con richiami al Margiela che fu, così come le gonne in tartan e gli abiti a clessidra pieni di personalità. Un mix vincente che vede il giusto bilanciamento fra lo stile decostruttivista di Margiela ed il romanticismo decadente di Galliano. Per il futuro, che dobbiamo aspettarci?