La London Man Fashion Week ,SS 2015, è giunta al termine e dalla capitale britannica è partito un messaggio: esplorare. In un mondo che sembra diventato piccolo, la moda maschile targata UK riscopre se stessa e parte alla conquista di nuove frontiere, nuove idee. La moda inglese concede all’uomo la libertà, la possibilità di lasciarsi andare rispetto ai soliti completi, una nuova eleganza che rompe con il passato, fatta di giochi di colore, ricercatezza, qualità e anche una certa dose di auto ironia che rende l’uomo moderno più attraente agli occhi di chi lo guarda. Christopher Bailey ha ritrovato se stesso con la sua collezione Burberry ispirata a Bruce Charwin, noto viaggiatore e scrittore britannico, ed il suo essere nomade è riportato sulle magliette stampate con le copertine dei volumi d’epoca, ma anche parole come avventura ed esplorazione stampate su giacche di pelle, trench e borse per un weekend all’insegna della scoperta. “Il mondo-  ha affermato Bailey dopo la sfilata-  sta cambiando così rapidamente che è ancora più importante riflettere sulla storia e il patrimonio”. Per questa ragione forse propone un uomo sicuro ma leggermente spensierato, un sognatore che non si preoccupa tanto delle regole. A volte è necessario non curarsi del passato, o almeno si tenta di ignorarlo e, se non ci si riesce, si cerca di ricordarlo con tanto ironia. Sarah Burton ha cercato di scrollarsi di dosso il passato, ma come si fa a liberarsi di un pezzo della storia della moda? Ci si prova, portando sulla passerella contrappunti audaci di nero e rosso, vortici di colore su cappotti, giacche e pantaloni, a cui manca la simmetria e l’ordine del passato. Non rigore, ma fantasia per un uomo elegante, dal tratto aristocratico, come quello che veste McQueen, capace di indossare anche capi d’abbigliamento un pò arditi, che ricordano più un o street style aggressivo. Più convincente, forse, Jeremy Scott che il passato lo rivendica ma si prende in giro, forse lasciandosi contagiare da quell’autoironia  che è uno dei tratti distintivi della cultura inglese. In passerella, tra un tripudio di colore e l’idea di proporre la moda come qualcosa di divertente e irriverente, Scott porta felpe e giubbotti con monogrammi che recitano “Fauxschino“. Il simbolo del dollaro viene ricamato in oro su un completo, la cui giacca ha riportato alla memoria l’iconica “Jacket Expensive” del 1990. Un’esaltazione ed una critica al mondo pop in un solo vestito. Ma, d’altronde, questo è Moschino. Un brand che crea quello che i giovani vogliono indossare, mettendo in mostra la sua abilità a capire dove vanno i trend, e di conseguenza, il mercato. Anche da Joseph hanno colto l’importanza di questa moda “giovanile” e con più audacia di quanto ci si aspettasse. Il brand ha presentato una collezione strutturata dove il color pesca denota la giovinezza dell’uomo che si propone, un uomo che osa maglia e pelle insieme, l’eleganza di una giacca Harrington e una maglia in jersey dal collo alto. Perché il ragazzo può diventare uomo, ma non mette mai da parte la sua aria da “fanciullo”. E’ stato Massimo Nicosia, direttore creativo di Pringle of Scotland, a ricordare l’eleganza della tradizione, insieme alla sua capacità di sperimentare nuovi tessuti. Gli uomini possono indossare completi  a scacchi senza sembra delle macchiette, possono andarsene in giro con tute sportive, foderate in jersey, come fossero giocatori di polo senza sembrare vuoti dandy. Da Londra, la moda manda un messaggio chiaro: divertirsi, esplorare nuove vie, trovare nuovi stimoli, ma senza mai dimenticarsi il punto da cui si è partiti.     Immagini: Style.com ( Da sinistra a destra): Burberry Prorsum, Alexander McQueen, Moschino, Joseph, Pringle of Scoltand.