Esprimere la propria creatività tramite una collezione è uno dei propositi primari che ogni stilista ha. Ma alle volte gli abiti, i tessuti, gli accessori, le immagini non bastano. C’è bisogno di altro; di parole che raccontino tutto quello che ci sta dietro. Questo forse spiega perché ultimamente molti grandi designers hanno accettato di raccontarsi o di farsi raccontare.

E’ il caso di Diane von Furstenberg nel “ La Donna che volevo essere”. Edito da Marsilio Editori, la Von Furstenberg racconta la sua esperienza, la sua vita come un viaggio dove attraverso gli anni e le esperienze che l’hanno vista protagonista, fedele a se stessa e coerente con il tipo di donna che ha sempre desiderato essere. “Love is life, life is love. Non credo ci sia nulla di più importante di questo: l’amore per la famiglia, per la natura, per i viaggi, la voglia di imparare e l’amore per la vita in ogni suo aspetto”, afferma Diane von Furstenberg, e questo mantra è il filo conduttore del libro dove le sue avventure come principessa del jet-set internazionale passando per gli alti e i bassi della sua carriera, fino alle riflessioni personali sulle sue relazioni più rilevanti narrano la vita incredibile della designer da una diversa prospettiva.

Anche Manolo Blahník ha presentato di recente la sua monografia illustrata “Gesti fugaci e ossessioni” (Rizzoli).  Un sontuoso libro illustrato che ripercorre la vita e le opere di questo genio visionario e poliedrico, i suoi interessi che spaziano dal cinema all’architettura, dall’arte alla letteratura e che influenzano le sue collezioni, amate dalle donne di tutto il mondo.

Grazie a scatti appositamente realizzati, istantanee dei suoi diari, è possibile vedere il “dietro le quinte mentale” del designer da cui sono nate avveniristiche scelte cromatiche e tacchi deliziosamente scolpiti. Tutto realizzato rigorosamente a mano, moltissimi i pezzi unici. Non mancano alcuni omaggi dello stilista ai suoi numi tutelari, fra cui, Luchino Visconti, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Diana Vreeland, Gore Vidal e Cecil Beaton.

Di recentissima uscita è anche “Dior. New Looks”. Curato da Jerome Gautier, questo libro narra gli inizi della carriera di Dior,attraverso un confronto affascinante tra storiche immagini d’archivio e le più recenti creazioni, la sua voglia di stilista esordiente che vuole lasciarsi alle spalle la rigida austerità del passato, creando una silhouette inedita, fatta di gonne a corolla, scarpette sottili e giacchine dalla linea perfetta, sensualmente sagomate sulle curve del busto. Un New Look, appunto, che a quasi settant’anni dalla sua nascita, continua ad essere contemporaneo e affascinante. In solo 170 fotografie.

Tra foto e aneddoti si snoda anche il libro di Giorgio Armani, che porta il suo nome, e che celebra i suoi 40 anni di carriera. Semplice, diretto. Un nome che evoca eleganza. Come lo stile delle sue collezioni. Lo stilista italiano ha raccontato di “averci messo una vita intera a scrivere questo libro. È stato duro e bellissimo”. Si comincia da quando era un vetrinista sconosciuto a protagonista di una copertina di Time nel 1982, grazie a Richard Gere che indossò alcuni suoi abiti nel celebre film “American Gigolò”.

Ma non solo moda: ma anche e soprattutto la sua infanzia a Piacenza, scandita dal fascismo, la guerra, la famiglia, le vacanze in colonia e le domenica al cinema con i fratelli Sergio e Rosanna, passando per l’abbandono degli studi di medicina e le prime esperienze di lavoro alla Rinascente.

Di recentissima pubblicazione è anche il libro di Thomas Maier “Bottega Veneta. Art of collaboration”, in cui tramite le campagne pubblicitarie dal 2002 al 2016, vengono documentate le collaborazioni tra Tomas Maier e tutti gli artisti che hanno contribuito alla creazione del portfolio pubblicitario di Bottega Veneta. Per citarne alcuni: Lord Snowdon, Annie Leibovitz, Peter Lindbergh, Steven Meisel, Robert Longo, Nan Goldin, Nick Knight, Philip-Lorca di Corci. Tutti menti creative al servizio dell’estetica raffinatamente elegante.

Anatole France disse che “Non esiste una magia come quella delle parole”. Questi designers ne hanno colto l’essenza.

 
Credits Immagini: Courtesy of Press Office, Mondadori IT