Sembra la storia di un episodio legato ad  Arsenio Lupin, ma di finto purtroppo non ha davvero nulla.Stiamo parlando di uno dei furti d’arte più clamorosi avvenuto in Italia dove sono state sottratte ben 17 opere.

Nella sera del 19 Novembre scorso, vicino all’orario di chiusura del Museo civico di Castelvecchio, uno dei musei più importanti di Verona, tre uomini armati e con i volti coperti dopo aver preso in ostaggio una cassiera e la guardia giurata e aver bypassato i sistemi di sicurezza e di allarme sono riusciti, verrebbe da dire quasi indisturbati, a portare via opere di Tintoretto, Bellini, Rubens, Mantegna e Pisanello.

La domanda che sorge spontanea è : come hanno potuto agire in maniera così perfetta? Non c’erano telecamere di video-sorveglianza o allarmi a protezione delle opere? Le indagini in corso passate sotto la direzione del Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico dei Carabinieri in collaborazione con la squadra mobile di Verona e di alcuni esperti di Antiquariato  dovrebbero risolvere un paio di interrogativi. Risulta dalle prime analisi che si tratterebbe di professionisti del crimine e non di esperti d’arte, come dimostrerebbe la “scelta” delle opere rubate che non rientrerebbero tra le opere  di maggiore valore conservate all’interno del Museo; forse un furto su committenza e i ladri, con una lista in mano, a scegliere quadri per un uso personale del futuro acquirente.

Delle 17 opere però quattro sono davvero di grande valore: La Madonna delle quaglie attribuita al Pisanello, San Girolamo penitente del Bellini, La Sacra Famiglia con una santa del Mantegna e il Ritratto di giovane con disegno infantile di Giovanni Francesco Caroto.

Le opere non sono spendibili sul mercato, ma come spiega il Nucleo Tutela esiste un mercato informale per capolavori nell’ Est, dove ricchi personaggi potrebbero arricchire i loro salotti. Speriamo che il ricco bottino torni presto a Verona, intanto nella Gallery potrete ammirare alcune delle opere rubate.

Immagini: ansa.it; uninfonews.it;