201 anni fa, a Dinant, Belgio, nasceva Adolphe Sax, un piccolo genio che rivoluzionò il mondo della musica e del fare musica.

Adolphe, figlio d’arte, perchè suo padre Charles-Joseph Sax costruiva strumenti a fiato a Brusselles, già all’età di 1o anni brevettò un “Cor Omnitonque” (un corno innovativo) mentre a 16 anni poi esponette flauti e clarinetti all’Esposizione Industriale Belga.

Nel 1844 affermò la sua celebre legge acustica: “il timbro di un suono è determinato dalle proporzioni della colonna d’aria e non dal materiale del corpo che la contiene.” che gli permise di costruire strumenti perfetti a livello di tonalità, acustica, timbro e intonazione.

Ma la sua creazione più importante, e di successo, fu il sassofono in cui unì l’imboccatura ad ancia semplice del clarinetto, un sistema di chiavi ispirato al clarinetto, all’oboe e al flauto “racchiusi” in un canneggio di metallo.

Con un suono molto ampio e simile a quello della famiglia degli ottoni, il SAX fu inizialmente concepito per banda e per orchestra, rispettivamente nelle tonalità di Sib-Mib e Do-Fa.

Il successo però del primo, il sassofono per banda, fu planetario e, di esempi famosi, ne abbiamo a iosa: dalle musiche di Wayne Shorter, al sax usato come porta cenere da Charlie Chaplin in “La donna di Parigi”, alle musiche de “l’attimo fuggente” e così via.

Dopo questo successo planetario però, la vita di Adolphe Sax cambiò radicalmente in peggio: aggressioni, furti, un cancro al labbro superiore e una concorrenza spietata lo fecero morire, poverissimo nel 1894 a Parigi.

Immagine: Wikipedia; Saxonline