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Frida Giannini

Gucci è senza stilista. Venerdì Frida Giannini saluterà per sempre gli uffici stile della griffe ma, al suo posto, chi arriverà?

Appena era stata ufficializzata la notizia che Frida Giannini non era più la direttrice creativa di Gucci e che avrebbe lasciato la maison a febbraio dopo la sfilata donna autunno inverno 2015-16, il mondo intero (soprattutto la stampa estera) aveva incominciato ad interrogarsi su chi sarebbe stato il suo degno successore dando il via ad un vero Toto-Gucci.

Il primo nome ad apparire fra i papabili successori di Frida è stato quello di Riccardo Tisci di Givenchy. Ottima scelta ma da Givenchy chi potrebbe prendere il posto di Tisci che sta volgendo un superlativo lavoro dalla maison appartenente al gruppo LVMH? Alexander Wang che ora è da Balenciaga? Nicolas Ghesquière di Louis Vuitton? oppure Christopher Kane? Nessuno può sostituire il camaleontico Tisci, poichè nessuno sarebbe in grando di portare avanti il percorso logico-evolutivo-creativo che sta vivendo Riccardo Tisci da Givenchy e Givenchy con Riccardo Tisci. Lungavita quindi a Riccardo da Givenchy!

Anche Christopher Kane, che ha molto poco a che fare con la griffe di Kering, era stato preso in considerazione. Colleghi giornalisti, riflettete bene prima di fare nomi, che centra un concettuale, avanguardistico ed introspettivo Kane con la sensuale, dominante e cosmopolita donna di Gucci? Niente.

Joseph Altuzarra

Joseph Altuzarra

Altro nome molto gettonato dalla stampa (fra cui noi vd articolo del 13 gennaio) soprattutto dopo che il licenziamento di Frida è stato anticipato di un mese, è stato quello di Alessandro Michele, ex braccio destro della stilista. L’intento è buono poichè, probabilmente, se a Michele viene lasciato libero sfogo di creare non ripresenterà per la quarta volta consecutiva gli anni ’70. Ma vi è un grande problema. Alessandro Michele è italiano e Gucci necessita disperatamente di internazionalità sia per quanto riguarda l’abbigliamento sia per gli accessori.

Da quant’è che la griffe non presenta un accessorio che diventi un cult? Anni! Da quant’è che le star e fan del marchio non diventano pazzi per indossare Gucci? Da molto tempo. Quindi, pur confidando molto nella bravura creativa di Michele non credo possa essere ora l’uomo giusto per la griffe di Firenze.

E se provassimo a spostarci oltre oceano? Qui, di teste ben pensanti ve ne sono a bizzeffe e, due in particolare potrebbero davvero fare al caso di Gucci. Da una parte Joseph Altuzarra, dall’altra Prabal Gurung. I tratti che li accomunano sono la loro grandissima creatività, la rispettiva capacità nel reinventarsi stagione dopo stagione migliorandosi sempre di più e, sopratutto, l’abilità di non tradire il proprio credo creativo per fare qualcosa di commerciale.

Il primo potrebbe guidare il marchio italiano con la delicatezza e la leggerezza tipica della sua moda dallo stile un po’retrò e “gentile” (cosa che farebbe molto bene al brand se fatta in maniera eccelsa),  il secondo invece avrebbe la capacità di captare la legacy di Giannini per farla propria, modificarla e distruggere i canoni della donna Gucci fin ora imposti da Frida. Ma tale compito sarebbe (forse) troppo difficile per Prabal e molto rischioso per il brand che potrebbe davvero risentirne se la collezione non venisse apprezzata dai buyers americani, cinesi e coreani.

Nella situazione in cui riversa ora la griffe ed il sistema moda privo di geni creativi ma pullulante di grandi stilisti, la pacatezza riservata ma sensuale di Joseph Altuzarra (nato a Parigi nel 1983 e adottato dal 2009 dalla moda americana come enfant prodige delle passerelle) potrebbe fare al caso di Gucci che necessita di glamour sofisticato ma frizzante e, soprattutto, di modernità cosmopolita.

Immagine: CFDA.com; Fashionblog.it

 

 

 

 

 

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Frida Giannini

Gucci no longer has a designer. Friday, Frida Giannini will say goodbye to the style offices of the brand, but but who will replace her?

As soon as the news was made official that Frida Giannini was no longer the creative director of Gucci and that she would leave the House in February after the women’s fashion show fall/winter 2015-16, the whole world (especially the foreign press) had started asking who would be her worthy successor giving way to a real Toto Gucci.

The first name that appeared was Riccardo Tisci of Givenchy. An excellent choice but who could take the place of Tisci at Givenchy that is drawing a superlative work by the fashion house belonging to the LVMH group? Alexander Wang of Balenciaga? Nicolas Ghesquière of Louis Vuitton? or Christopher Kane? No one can replace the chameleonic Tisci, as no one would be great enough to carry on the logical evolutionary-creative-path direction that Riccardo Tisci gives at Givenchy and Givenchy at Tisci. Long live Riccardo at Givenchy!

Even Christopher Kane, who has very little to do with the brand of Kering, had been taken into consideration. Fellow journalists, think carefully before naming names, but think about what hits a conceptual, avant-garde and introspective better than Kane with the sensual, dominant and cosmopolitan woman of Gucci? Nothing.

Joseph Altuzarra

Joseph Altuzarra

Another very popular name in the press (to read more about it, see the article from January 13), especially after the dismissal of Frida was brought forward by a month, was that of Alessandro Michele, former right-hand of the designer. The intent is good because, probably, if Michele is left free rein to create, he will not reoccur for the fourth consecutive time to the the ’70s. But there is a big problem. Alessandro Michele is Italian and Gucci desperately needs internationality both for clothing and for accessories.

How long has the brand not had an accessory that willa a cult? Ages! How long have the stars and fans of the not become crazy for wearing Gucci? For a long time. So, although trusting in very creative talent of Michele, I do not believe that he would be the right man at this time for the label of Florence.

And if we were to move overseas? Here, the heads-thinking there are plenty of them, and two in particular could really make the case of Gucci. On the one hand Joseph Altuzzarra, on the other Prabal Gurung. The traits that they have in common are their great creativity, their ability to reinvent themselves season after season in improving themselves more and more and, above all, the ability to not betray their creative beliefs to make something commercial.

The first could continue to drive the brand with the delicacy and lightness typical of his fashion, a bit retro and “gentle” style (which would do very well to the brand if done in a sublime way), and the second would have the ability to capture the legacy of Giannini to make it his own, modify and destroy the canons of the Gucci woman so far imposed by Frida. But that task would (perhaps) be too difficult for Prabal and very risky for the brand that could really suffer if the collection would not be appreciated by the American,  Chinese and Korean buyers.

In a situation in which seems that the brand and the fashion system are devoid of creative geniuses but teeming with great designers, but the reserved calmness and sensuality of Joseph Altuzzarra (born in Paris in 1983 and adopted in 2009 by the American fashion as a child prodigy of the runways) could be right for Gucci that needs a sophisticated but sparkling glamor and, above all, cosmopolitan modernity.

Images: CFDA.com; Fashionblog.it