Parigi prima e vera capitale della moda? Pare proprio di sì, visti i successi delle sfilate, pieni di celebs e calde, lunghe, standing ovation alla fine di spettacoli (come è successo al termine  della sfilata di Jean Paul Gaultier). Non erano semplici sfilate, ma un mix di moda, musica, arte e spettacolo, un mix che ha decretato lo strapotere di questa fashion week che volge al termine chiudendo l’interminabile mese di passerelle.

Gaultier annuncia la “fine di un’era”: il designer si dedicherà all’haute couture e alle sue linee di profumi, mettendo da parte per il momento il pret a porter. Uno spettacolo, il suo, fatto di recitazione e musica, un musical su passerella quasi, dove le protagoniste non erano le modelle ma gli abiti, che raccontano una storia fatta di provocazione, ironia e voglia di stupire.

Collezioni spettacolari ma portabili, accessibili per il loro stile fresco, modaiolo ma non eccessivamente stravagante. Protagonista vero è il colore, declinato in versione sporty su geometrie e fantasie, ricami di pelle su gonne dello stesso materiale, come capita da Maxime Simoens, o più esuberante, molto pop, per la collezione un po’seventies e sensuale di Ungaro.

Nuove linee hanno dettato legge e, se c’è chi le preferisce morbide e a tratti oversize su total look denim come Kenzo, altri le ampliano, tra asimmetrie e spacchi, per celebrare la morbidezza, che nasconde una certa fragilità, come Stella McCartney.

La designer britannica gode di un momento estremamente favorevole, dato che la neo signora Clooney ha optato per un suo completo total white per la cerimonia civile a Venezia. Miglior pubblicità non le poteva capitare.

Stessa fortuna toccata a Giambattista Valli, scelto per il giorno dopo le nozze, che ha mostrato perché gli italiani sono ritenuti tra i migliori couturier. Intarsi, petali e frange hanno reso ancora più romantica una collezione che lo era di per sé. Uno stato di grazia femminile che rare volte si è visto sulle passerelle.

Sono da annoverare tra i prossimi trends stagionali le frange, scelti da molti perché donano un certo movimento anche alle silhouette più statiche, come da Celine accompagnano bluse/gonne ed abiti sciolti e puliti, con graziosi fiori che sembrano appena sbocciati sopra, e le stampe. Se da Akris, queste riflettono paesaggi famosi, monumenti architettonici, da Sacai assumono una connotazione più orientale, ma servono per smorzare l’effetto troppo duro dello stile military per renderlo più chic.

Elegante, come solo le francesi sanno essere, è la collezione di Chloé. Adorabile, elegante e soprattutto pratica, perché accanto ad abiti così romantici e dal mood a tratti esasperato sono accostati look in denim.

Elegante ma molto più sensuale è la collezione di Givenchy firmata da Riccardo Tisci. Abiti con corpetti strettissimi in vita, cappottini sfiziosi: tutto in pelle, ma la grande ricercatezza e cura del dettaglio hanno indotto più di una persona a pensare che fosse una collezione a cavallo tra l’haute couture e il pret a porter. Un ritorno alle origini per lo stilista italiano tanto amato dalle celebs internazionali?

 

Immagini: Style.com