Un tiepido sole inaugura la terza giornata di London Fashion Week primavera estate 2016, la quale ha allargato l’accesso alle fashion blogger, poco avezze peró ai continui spostamenti tipici degli addetti ai lavori.

Lungo un Mall chiuso al traffico domenicale, Claire Barrow presenta una collezione che mischia i generi. I generi si confrontano, si confondono, in completi sartoriali dal taglio maschile, con stampe e decorazioni punk. Un’atmosfera cupa in cui brillano i cappotti bianchi e i tessuti abbaglianti degli abiti da sera.

Atmosfera tra la luce e il dark anche per Phoebe English, che punta sull’evoluzione degli abiti. Gonne e abiti sono composti da piú livelli, creando un gioco di costruzione continuo, e dove le trasparemze delle maglie non mancano. Una sorta di bilanciamento é dato dal mix bianco/nero, interrotto sporadicamente da dettagli in rilievo rossi, su gonne e top. Esteticamente perfetta, ma poco realistica.

David Koma gioca tutto sul lato piú sensuale della donna, che seduce celandosi, non mostrandosi. Spazio quindi a gonne incrostate di gioielli e corsetti con rouches, vestiti con zip in rilievo e delicate maniche a palloncino.

Se Issa é sempre stato sinonimo di bon ton, di abiti perfetti per qualunque dress code, quest’anno Issa cambia tiro. Sempre perfetta, ma piú attenta alle esigenze della donna, che mette al primo posto se stessa e poco pensa al parere altrui. Molto lady-like per gli abiti da giorno, le stampe stravaganti, con richiamo origami, danno un effetto di qualcosa di chic senza sforzo. Jumpsuits abiti che lasciano le spalle scoperte sono un modo come un altro per ingraziarsi un pubblico più vasto di quello attuale.

Le jumpsuits sono il passpartout per la prossima stagione e Topshop lo sa bene. Con la sua collezione Unique, il brand londinese si conferma come brnad per it-girls, mixando abiti da tea a giacche bomber impreziosite, gonne di pelle rossa a vita alta abbinate a cappotti in pelle rossa, non dimenticando camicette svolazzanti. I pyjamas sono per il daywear, e rivisitati in chiave orientale, come piccoli boccioli floreali.

Sophia Webster seduce e diverte al The Hospital Club. Sulle note di una strepitosa Katy B, la Webster porta il suo pubblico in fondo al mare, tra ambientazioni che ricordano la Sirenetta, come la gonna indossata dalla stilista, e un mondo molto pop e colprato. Il CrazySexyNauTiCool, questo il nome dell’evento, mostra sirenette con piccoli gioielli ai piedi: sandali altissimi e luccicanti con dettagli floreali e conchiglie. Una cascata di glitter formano dune sabbiose in cui perdersi e trovare clutch brillanti, a forma di fumetto con scritte in pieno stile pop art. É crazy, cool, e sexy. Come solo la Webster sa fare.

Glitter anche per MM6 Maison Margiela, che peró usa i glitter per provovcare. Glitter su calze e top per looks tra lo chic e lo sporty, dato da ampi e confortevoli pantaloni. Non manca il denim: jeans e camicie con grandi fiocchi risultano essere troppo casti con il resto della collezione. Ma Galliano é questo, luce e ombra, e quest’ultima é arrivata da Margiela.

Piú vivaci le collezioni di Danielle Romeril e Temperley London. La prima trae ispirazione dai documentari africani della fotografa Jackie Nickerson. I richiami al continente sono dati dalle stampe luminose e colorate che spuntano dagli abiti o dai completi pantaloni e top smanicati. C’é leggerezza e senso dell’infinto, che piacciono, ma c’é anche troppa sovrastruttura nella composizione degli abiti. Bello, ma non si sa il perché.

Laura Bailey descrive la sua collezione con una parola: gioia. Prendendo spunto dall’Havana, con modelle che indossano tutte indistantamente cappelli Panama, Temperley offre completi e abiti dal taglio mascolino di sangallo e pizzo, culotte di lino e panciotti con sopra braccia scoperte. Per finire: una abito bianco talmente luminoso da abbagliare. Ma non é forse questo che fa la gioia?

Immagini: VogueRunway.com; Courtesy Press Offices