Il secondo giorno della London Fashion Week dedicata alla primavera estate 2016 é all’insegna dei contrasti e una certezza: le presentazioni per la stampa sono il modo migliore per mostrare bene una collezione. Le sfilate sono solo un evemto ad alto tasso di celebs, dove la stampa quasi passa in secondo piano.

A stupire il pubblico ci pensa Siblings, con una collezione piú che audace. Se il binomio calzini/stiletto e la montagna di glitter non bastasse a far spalancare gli occhi, ci pensano trasparenze eccessive di cappotti, abiti a rete con mini costumi sotto e scollature improbabili (a meno che non si é eccessivamente magre come le modelle in passerella) a dare il colpo di grazia. A questo punto, le borse in vinile trasparente sono quasi troppo banali.

Anche J.W.Anderson provoca, ma in maniera piú sofisticata. Reggiseni tagliati a metá sono utilizzati come top o indossati sopra innocenti maglie. Rouches, orli arrotondati di mini cappotti, zip a contrasto sugli abiti, pizzi che protraggono la lunghezza di pantaloni: sono tutti i dettagli in evidenza di una collezione che spicca per il suo ideale di femminile astratto e molto Keringiano. Tutto é proiettato all’esterno, ma nulla riesce a scalfire la corazza.

Markus Lupfer rimane sempre cool e divertente, e come sempre la sua collezione racchiude un’innata voglia di divertirsi. Cosí ci si muove tra giacche bomber e abiti da party sensuali che giocano sul vedo/non vedo, e viene subito voglia di far festa. Cosí come la donna di Le Kilt. Anche se piú cosmopolita, Le Kilt é per vere londoners, che mixano converse nere e rosse a completi con giacche/pantaloni oversize e top morbidi, o a completi gonna/crop top in tessuti che catturano la luce per la sera.

In una cittá come Londra dove si é sempre di fretta, la scelta pare davvero azzeccata. Fashion East opta per tre diverse opzioni, dove un mix di diversi volumi, gonne peplo sopra pantaloni e micro top, righe bianche e nere contrastano con colori accessi (e per abiti dalle linee morbide e per gonne/maglie), maglie a rete e candido tulle bianco con dettagli colorati a contrastano la fanno da padrone.

Ci si affida ad Emilia Wickstead e Simone Rocha per un ‘eleganza piú classica. La prima propone fluttuanti cappe e abiti, da sera e da giorno, di vaga ispirazione anni ’50; ci si muove tra candore e righe, e le stampe dai colori accesi sono solo un piú. La seconda mette in scena donne più dure, quasi guerriere metropolitane, ma pur sempre femminili. Cappottini e vestiti dall’aria apparentemente dolce vengono contrastati da incroci in rilievo sui loro corpetti. In rilievo anche piccole borse. Le stampe con richiami alla natura creano il giusto bilanciamento in questo continuo comtrasto tra dolce e amaro.

Immagini: Vogue.co.uk