Ogni epoca ha i suoi idoli, le sue icone, i suoi must. Quegli evergreen, insomma, che ci indicano la via “giusta”, i punti fermi su cui basarsi. Nel mondo della moda, sempre in continua evoluzione, ci sono delle epoche che sono dei must, che hanno dato origine ai miti, specie nel campo degli accessori, con le It Bags. Come dimenticare la 2.55 di Chanel? E l’iconica Birkin di Hermes dedicata alla splendida Jane Birkin? Per non parlare della borsa che Dior dedicò a Lady Diana.

Il punto è che negli ultimi anni molti brands, molti designers hanno cercato di ripetere la stessa “operazione-mito” ma non ci siano molto riusciti. La borsa dedicata ad Alexa? Bella, ma non lascia il segno. E l’ultima di MaxMara dedicata alla strepitosa Amy Adams? Bella anche questa ma non abbastanza iconica per essere definita una IT Bag.

In questa operazione rientrano anche altri grandi quattro marchi, che pur non dedicando la borsa ad un personaggio hanno più speranze di tutte le altre messe insieme. La prima tra tutti è la celebre Trapeze di Celine.

Creata nel 2011 dalla direttrice creativa Phoebe Philo, è un modello da avere assolutamente nel guardaroba: le linee classiche, senza tempo, la sua estrema versatilità, il mix di colori sapientemente combinati a seconda della stagione, ne fanno certamente un cult. Formata da tre parti distinte, la falda e i manici, il corpo centrale e gli ampi lati svasati, la Trapeze può essere portata a mano o a tracolla grazie alla cinghia rimovibile.

Un’altra borsa che piò entrare nel mito è la Nightingale bag di Guvenchy. Creata nel 2006, è comparsa in passerella durante la sfilata del brand parigino per l’Autunno-Inverno 2006, e da lì è stata sempre in ascesa. Per questa stagione, Riccardo Tisci, direttore creativo della maison, ha pensato bene di reinterpretarla, confermando il successo passato, anzi quasi bissandolo.

La struttura originale, caratterizzata da linee pure arrotondate e una seducente morbidezza, è stata rivisitata nella ricerca di una forma più essenziale. La nuova versione vanta, infatti,  una forma pulita e simmetrica, la cucitura a T è stata rimossa, la pelle lucida è stata sostituita dalla pelle cerata.

Per descriverla Riccardo Tisci afferma:“Nel corso degli anni, la Nightingale bag si è affermata come accessorio iconico, conquistando un pubblico eterogeneo che include giovani ragazze e donne più mature. È normale affezionarsi alla propria borsa, la si porta ogni giorno e diventa quasi un’estensione di sé. Ho voluto fare qualcosa davvero speciale per le fan della ‘Nightingale’”, e il risultato conferma il suo desiderio.

In lizza per entrare nella storia ci sono anche due italianissimi brands: Paula Cademartori e Tod’s. Da qualche anno a questa parte, le creazioni di Paula Cadermatori si sono distinte non solo per le loro forme avvincenti, per la loro ottima qualità, per il loro stile così contemporaneo e urban, ma per il colore.

Ogni borsa è un’esplosione di colore, una meraviglia caleidoscopica che questi anche i più grandi sostenitori del monocolore o del nero a tutti i costi. Che sia zaino o shoulder bags, poco importa: piace. Ma sono le clutch quelle che probabilmente entreranno nella storia, come must.

Tod’s invece punta tutto sulla Wave Bag, il perfetto esempio dell’artigianalità italiana e dove i dettagli sono pochi ma buoni. E per esprimere l’essenza di questa borsa, il brand italiano si affida a 15 icone di stile, tra cui spiccano Tea Falco, Tine Peduzzi, Langley Fox, per interpretarla; ognuna di loro lo fa nella sua personalissima maniera, che potete scoprire nel video qui sotto.

Ma resta una domanda: quali di queste borse sono pronte ad entrare nel mito?

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