Negli anni ’90 esisteva un fenomeno definito “girl-power”, comunemente tradotto “potere alle donne”. Porta bandiera di questo messaggio era la pop band inglese delle Spice Girls che, tra balletti improbabili e musica molto pop, incitava le ragazze a farsi valere. Una di loro, Victoria Beckham, ha messo in pratica quanto cantava, dato che è designer “must” di questi ultimi anni, regina di passerelle e red carpets.

Passato un decennio, sembra proprio che il settore moda abbia dato ampio credito al fenomeno. Se nel mondo lavoro essere una donna di prestigio, potere e successo, non è certamente un’impresa facile, l’industria della moda ha scorto il potenziale e ha deciso di sfruttarlo, e non perchè la moda sia una prerogativa femminile, tutt’altro. Le donne di successo nella moda hanno un mantra comune, “work hard, play hard”, ovvero lavora duro e divertiti ancora di più, e se proprio non riescono a divertirsi è certo che lavorano duramente.

Prototipo della donna di successo nel fashion system e nell’editoria è Anna Wintour, storica direttrice di Vogue US, che tantissimi provano a scalzare dalla sua poltrona con colpi bassi o accusandola di perdere colpi, come quando ha messo in copertina la nota socielite Kim Kardashian e il rapper Kanye West. Ma la signora, si sa, non si scompone, nasconde il suo disappunto dietro ai suoi inseparabili occhiali da sole, si fa scudo dei suoi abiti Chanel e prosegue dritta per la sua strada. Designers emergenti, chiarities, fatturati e vendite sono tutti fattori positivi che giocano a suo favore.

Un esempio simile ha avuto un effetto dirompente, donne sempre più ambiziose e brave a sfruttare le occasioni hanno cominciato a farsi strada. Come le modelle. Dopo le super- top model degli anni ’90, un certo oblio ha avvolto questa categoria, a parte la sempre perfetta Kate Moss, ancora in auge nonostante scandali e silhouette non sempre perfetta.

Non è più il tempo di stangone dal viso pulito, è l’era dell’audacia e del carisma, dove le modelle sono socialite, it girls, sempre nel posto giusto con l’abito giusto.

Un nuovo esempio di girl power, per le quali il potere sta non tanto nel farsi notare quanto nel riuscire a mantenerlo. E così tra le molte modelle usa e getta, resistono la brasiliana Gisele Bundchen e la britannica Cara Delevingne. Due donne diverse che sfruttano il loro carisma, oltre che la loro atipica bellezza, per perseguire obiettivi diversi che diano frutti a lungo termine.

Nel mondo del cinema per molto tempo le donne hanno dovuto rispettare un preciso cliche basato su età e bellezza. Nel corso dell’ultimo decennio, per fortuna, attrici di successo e non sono riuscite a sdoganarsi da simili etichette e più di una ha strizzato l’occhio al mondo della moda, e viceversa. Quando le modelle non bastavano, e le it girls ancora non c’erano, le attrici si sono rivelate una fonte inesauribile di successo: ciò che indossano diventa un must e loro fashion icon.

Ne sanno qualcosa Jennifer Lawrence e Lupita Nyong’o, attrici da Oscar che negli ultimi anni stanno sbancando i botteghini e hanno conquistato i red carpet di tutto il mondo a colpi di outfit mozzafiato, così belli che a volte si parla più di ciò che indossano che delle loro interpretazioni. Sono le protagoniste di campagne pubblicitarie e le maison se le contendono perché lo charme e il successo di un’attrice dura in media molto più di quello di una it girl qualunque.

La durata del potere rende una donna “vincente”. Basta chiedere a Karla Otto che con la sua agenzia di pubbliche relazioni ha conquistato da moltissimi anni il mondo della moda.

Per gli addetti ai lavori: se ricevi un invito da Karla Otto, vuol dire che qualcosa di buono l’hai pure fatta.

Tutte queste donne sono l’esempio di come il girl power sia cresciuto e di come si sia evoluto nel mondo della moda. Non si nasce donne: si diventa, diceva Simone de Beauvoir.

Immagini: Style.com; Harpersbazar.com. Da sinistra a destra: Victoria Beckham, Anna Wintour, Kate Moss, Gisele Bundchen, Cara Delevingne, Lupita Nyong’o, Jennifer Lawrence, Karla Otto.