Il prossimo 3 giugno debutta nelle sale italiane il film documentario Dior and I. Diretto da Frederic Tcheng e presentato al Tribeca Film Festival nel 2014, il film/documentario è solo l’ultimo dei film dedicati alle grandi maison e ai suoi stilisti, ma il film non racconta l’ultimo atto di un grande stilista che si ritira, come in Valentino The Last Imperator, o la giovinezza e i duri esordi per un talento privo di mezzi ma non di sostanza, come in Coco Avant Chanel.

Dior and I racconta gli inizi non della maison ma del designer che dal 2012 è parte integrante di qualcosa di storico e grande e lo rende grande nel suo personalissimo modo: Raf Simons. Il film racconta le sette settimane antecedenti al debutto di Simons come direttore creativo della maison, e si apre alla data esatta del 1 Luglio 2012, nella splendida location del numero 30 di Avenue Montaigne, con Simons alle prese con la prima sfilata Haute Couture per Dior.

Sette settimane piene di intenso lavoro, stress, abiti creati da mani esperte, curati nei più piccoli dettagli; un lavoro ben fatto che fa dire allo stilista “Grazie per avermi accolto nella vostra famiglia”. Con la stessa precisione che i grandi sarti di Dior hanno, il regista Tcheng porta lo spettatore a perdersi nei meandri della maison, portando in scena lo spirito che la anima, tra gli archivi e le prove quotidiane, passando per la quotidianità dello stilista. Il tutto fatto con estrema delicatezza, per essere spettatore e mai invadente.

Con quella sua prima collezione da Dior, Simons celebra una nuova donna in fiore, un piccolo omaggio a quella donna portata in passerella da Dior stesso alla sua prima collezione, nel lontano 12 Febbraio del 1947. Ma questo non è il solo tuffo nel passato: infatti, Recandosi a Granville in visita alla villa d’infanzia del couturier,

Simons rivela che era titubante se continuare a leggere l’autobiografia Dior By Dior perché trovava le similitudini tra se stesso e Monsieur Dior incredibilmente sorprendenti, come l’amore per l’arte contemporanea.

Christian Dior fondò, come è noto, la sua maison nel periodo post bellico alla Seconda Guerra Mondiale, quegli anni ’50 che sono un faro di stile per le generazioni a seguire perché pieni di un linguaggio stilistico tutto nuovo, specie granzie a Dior, ed è proprio da quegli anni che Simons è attratto.

Come una falena con le luci. Dior e Simons, benchè vissuti in epoche molto distanti e completamente differenti, ha in comune qualcosa di più della semplice idea di stile: entrambi vedono le donne per quelle che sono, perfettamente inserite nell’epoca in cui vivono, e senza sforzo e con coraggio le interpretano e le vestono.

In una delle scene del docu-film si sente il rumore di un tappo di champagne che si stappa: è la fine della creazione della collezione, ma il sogno di Dior e Simons non si esaurisce lì.

Immagini e Video: Courtesy of Press Office