Ieri mattina, la Stazione Leopolda a Firenze, allestita per l’occasione dall’architetto Luca Cipelletti, ha visto il debutto fiorentino dello stilista italo-viennese Arthur Arbesser che ha sfilato sia con la collezione femminile sia con una capsule collection maschile.

Tema della sfilata è il no gender, rivisitato in chiave urban ed industriale.

Tanti piccoli cloni si interscambiano come operai alla catena di montaggio, in un susseguirsi ripetuto di stampe, color blocking ed intrecci fra tessuti tecnici, maglia di cotone e jersey.

Una monotonia “sessuale”, visibile dalle acconciature dei modelli/lle e dalle calzature Sergio Rossi indossate in passerella, quella di Arbesser, che viene sconvolta dal grande e a volte irruento utilizzo di colori e pattern.

Must have assoluto è l’outfit che dia il senso di movimento e dinamicità: per esprimere il futuro attraverso se stessi non basta un accessorio, ma un mood, un modo di essere e vivere.

Una vita, quella ideata per la prossima estate dal giovane Arthur, che punta a stravolgere con garbo la figura femminile e maschile, ora mai, sempre più unite ed accomunate sia nella vita che nella moda.

Immagini: Courtesy Press Office