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#GirlsApp – il mondo social delle ragazze

Il dating online è un fenomeno senza uguali: app e start up come Tinder hanno fatto scoprire un nuovo modo di relazionarsi con gli altri. Non importa l’orientamente sessuale, ce n’è per tutti. E se prima tutte le app erano prettamente di stampo maschili, questa corrente di femminismo contemporanea sta portando un cambiamento anche nel settore high tech.

A cominciare da Bumble.

Se su Tinder erano gli uomini a fare la prima mossa, su Bumble sono le donne a stabilire le regole del gioco. Ne sa qualcosa Whitney Wolfe, cofondatrice di Tinder,che si è vista essere messa da parte dagli altri suoi cofondatori e ha creato un’app tutta sua. Disponibile su App Store e Google Play,  Bumble permette come su Tinder di scorrere i vari profili utenti, ma qui solo la donna potrà avviare la conversazione con il profilo della persona che le interessa.

In questo modo non si riceveranno più quelli sgradevoli messaggi indesiderati che spesso si trovano sulle altre piattaforme di dating. E’ necessaria l’iscrizione a Facebook, perchè proprio dal social più famoso del mondo Bumble prende tutte le info di cui ha bisogno ( letà, istruzione, lavoro per esempio) e suggerire i profili più adatti alla vostra personalità.

Ma se non voleste un appuntamento, ma semplicemente conoscere qualcuno, perchè magari vi siete trasferiti in una nuova città e non conoscete nessuno, o non siete bravi a conoscere nuove persone, c’è un’altra app che viene in vostro soccorso: Hey!VINA.

Destinata ad un pubblico prettamente femminile, Hey!VINA è nata solo nel 2015,e disponibile al momento sono nelle città di New York e San Francisco. Questa nuova app richiede sempre un’iscrizione a Facebook ( come vivremo senza!?), per accertare che siano veramente delle donne a iscriversi. Successivamente si risponderà alle domande di un quiz di sei domande, in cui l’app delinea un profilo di chi si è e trovare le persone più compatibili per una possibile amicizia.

Da qui, sarà possibile scorrere le varie proposte di Hey!VINA,  guardare i profili altrui, e se si trova una “possibile” amica, non resta che mandare un messaggio base ( da qui il nome dell’app) e combinare l’appuntamento, anche in base ai suggerimenti dati dall’app stessa, come luoghi dove vedersi (bar, ristoranti, cinema, negozi) e cosa fare.

Un mondo di app per conoscere altre persone, altre donne con i nostri stessi problemi, idee, speranze e sogni, ma se non scatta il feeling o l’amicizia non dura, non sarà certo colpa di  social network.

 

Credits Immagini: Tumblr

Concerti per il 2016: le date da non perdere

Come di consueto, anche quest’anno, in questo periodo, stanno cominciando ad essere svelate le date di quelli che saranno i concerti per la stagione.

Di certo non mancheranno nel nostro 2016 i grandi nomi, e la scelta sulle performance a cui partecipare è davvero ardua, anche se ci sono alcuni buoni motivi per cui non escludere alcuni artisti.

Per cominciare, non possiamo non citare i due grandi della musica italiana: Vasco Rossi e Laura Pusini che saranno i grandi protagonisti di giugno 2016.

La nostra “Laura nazionale” contesa in tutto il mondo, attraverserà l’Italia con tre date, il 4 a Milano, l’11 a Roma, il 18 a Bari, mentre Vasco, in formissima, sebbene presenti ogni tour come l’ultimo, sarà nella “sua” Roma, allo Stadio Olimpico, il 22, 23, 26 e 27.

Molti gli artisti che verranno dall’estero, alcuni concedendo un’unica data italiana, come Lionel Richie, presente il 12 luglio al Summer Festival di Lucca, i Rammstein il 2 giugno all’Autodromo di Monza, Alice Cooper il 14 giugno all’Alcatraz di Milano, o i Black Sabbath il 13 all’Arena di Verona.

E a proposito di Black Sabbath, non si possono non spendere due parole. Questo è stato annunciato come l’ultimo tour della band, e, pare che, solo per coloro che acquisterano i biglietti dei concerti, sarà possibile acquistare, un album con otto pezzi inediti della band.

Ecco, questo sembra essere uno di quei concerti a cui proprio non sidovrebbe dire di no, a prescindere dal fatto che sia amanti del genere o no.

Non si può inoltre dimenticare la splendida quaterna proposta dai The Cure, che, su un tour di sole 30 date, ne hanno riservato ben 4 all’Italia: 29 ottobre a Bologna, 30 Roma, 1 e 2 novembre Milano.

E per finire, non ultimo fra quelli prescelti da noi, c’è il grande Boss, Bruce Springsteen, che il 2 luglio sarà a Milano, a San Siro, e il 16 al Circo Massimo a Roma.

Il problema adesso sarà solo scegliere come spendere le roprie ferie, se andare in vacanza all’estero, o restare in Italia per godersi gli show dei nostri amati…

 

Credits Immagini: Virginradio.it, Laura Pasini Official facebook, Vasco Rossi Official Facebook, Lionel Richie Official Facebook

Intervista a Fabio Curto, vincitore e “lambersexual” di The Voice of Italy 2015

E’ cominciata ufficialmente la nuova stagione di The Voice of Italy 2016, in onda su Rai 2 ogni mercoledì. I team di quest’edizione sono capitanati da: Dolcenera, Emis Killa, Max Pezzali e Raffaella Carrà.

In attesa del nuovo vincitore e per chi se la fosse persa, ecco l’intervista a Fabio Curto, vincitore dello scorso anno.

Fabio Curto è il vincitore della terza edizione di “The Voice of Italy”. Nato ad Acri il 24 settembre 1987 è un cantautore e polistrumentista, nonché artista di strada.

Si trasferisce a Bologna nel 2007 per studiare Scienze Politiche e dopo la laurea si trova ad un bivio: scegliere se continuare a studiare criminologia o diventare un musicista a tutti gli effetti. Una decisione non semplice, quella di Fabio, che nel 2012 lascia tutto e parte in solitaria per un viaggio nell’Est Europa, un’esperienza che gli permette di crescere a livello umano e professionale.

Approda a “The Voice” nel 2015, interpretando sul palco il brano “Take me to the church” di Hozier, portandosi a casa il “poker d’assi” da parte dei giudici, preferendo il Team Fach, di Roby e Francesco Facchinetti.
I coach portano Fabio alla finale, battendo Roberta Carrese con il 72% dei voti.

L‘intervista con il vincitore dell’ultima edizione di The Voice si svolge per le vie del mercato di Bologna e tra una domanda e l’altra Fabio conduce tranquillamente il suo shopping..
Un’ambientazione insolita, che la dice lunga sulla singolarità del personaggio. Ciò che traspare è la sua semplicità, la sua spontaneità, al punto che viene da pensare “nulla di costruito, Fabio è fatto così.”

Certo, non gli manca quel tocco di presunzione, ma si parla di quella genuina, semplice che non nuoce a nessuno e che a dirla tutta può permettersi. D’altro canto, la buona notizia è che l’uomo del momento non ha ancora capito che con il suo look “grezzo” è automaticamente entrato a far parte della categoria più ambita del terzo millennio e preferita dalle donne: il Lambersexual, ovvero il taglialegna con la barba.
Primo indizio? La barba, volutamente e rigorosamente incolta, camicia e scarponi da montagna.

Origini calabresi, trasferito a Bologna, spesso in viaggio per l’Europa: ma chi è veramente Fabio Curto?
Partiamo dalle mie influenze musicali, numerose e tra loro diverse, questo perchè da bambino mio padre mi faceva ascoltare un sacco di musica, prima di capire che avessi il cosiddetto orecchio da musicista.
A quel punto non ha voluto insegnarmi più niente, per il terrore che diventassi un musicista e quando devi fare tutto da solo, diventi molto abile. E’ il motivo per cui, iniziando già a 5 anni, durante il mio percorso musicale ho imparato a suonare molteplici strumenti: il basso, l’armonica a bocca, la chitarra.
Dai 18 ai 21 anni ho suonato il basso per un gruppo black metal, dove mi son praticamente rovinato le corde vocali, dando vita al mio timbro graffiato…no in realtà è merito di una cisti congenita, me la porto dietro sin dalla nascita…(ride)
Dopodiché ho cambiato direzione, lanciandomi completamente nel panorama balcanico e lì a 22 anni ho cominciato a suonare il violino, vincendo una sfida contro tutti coloro che mi dicevano che non ce l’avrei mai fatta, in una band chiamata “L’Avanguardia”.
Con questo gruppo ho cominciato a girare l’Europa, abbiam comprato un furgone e da lì iniziato a suonare nelle piazze del continente, irrompendo addirittura nel silenzio tombale del nord Europa.
La scelta di suonare per strada non è stata facile, in primis perchè non ti arricchisce e bisogna inventarsi ogni giorno qualcosa di diverso per poter vivere decentemente e di sacrifici ne sono stati fatti davvero tanti, ma le soddisfazioni ricevute successivamente sono impagabili.

Raccontaci un aneddoto positivo e negativo della tua vita in generale
Scusa Rossella..mi son distratto a guardare una maglietta…
Allora un episodio negativo è stato il momento in cui mi hanno chiamato da “The Voice”, ti spiego perchè. L’anno scorso ho avuto modo di conoscere e approfondire il mondo della televisione e quello che riuscivo ad avvertire era solo l’antimusica, con tutte le telecamere puntate addosso non riuscivo a dare il massimo e quindi quando mi hanno chiamato mi son sentito malissimo.
Quello bello è che poi “The Voice” l’ho vinto..non so come ma l’ho vinto!!

Ti aspettavi la vittoria?
Mah diciamo che ad un certo punto del programma ho realizzato di potercela fare.
Quest’anno ci sono stati artisti meravigliosi, con delle voci bellissime, alcuni di loro mi hanno fatto davvero emozionare. Per contro però, non ho mai avuto veramente la pelle d’oca, sarà dovuto sicuramente al mio gusto personale, e come me anche tutti coloro che mi hanno votato hanno preferito la mia voce ad altre magari più tecniche e pulite.

La tua più grande delusione? E conquista?
La mia più grande conquista è stata indubbiamente il coraggio che ho dimostrato a me stesso, andando avanti senza mai fermarmi e soprattutto senza alcun sotterfugio..e poi il calore della gente, che ha continuato a scrivermi da tutta Italia e non solo, addirittura dal Messico; gente che magari mi aveva sentito suonare in chissà quale città dell’Europa..è stata davvero un’emozione fortissima.
In questo momento non mi sento realmente deluso da qualcosa, ammetto che ci sono state tante piccole delusioni, a volte da parte dei miei compagni di viaggio di The Voice, a volte da persone esterne, ma sicuramente piccole pressioni dovute al contesto, è sufficiente una giornata piena e stressante a far saltare i nervi e spesso venivo frainteso..questo ha portato a piccole delusioni, ma nulla che mi abbia in qualche modo ferito.

Progetti futuri e aspettative?
Stiamo per incidere i prossimi singoli (tra cui “L’ultimo esame”), che usciranno a luglio nel disco di The Voice e poi ad ottobre comincerà la collaborazione con la Universal.
E poi c’è Sanremo..diciamo che più che un’aspettativa sarebbe un sogno e un grande traguardo.

Domanda per le tue ammiratrici: Fabio Curto ha trovato l’amore?
Ahahhahaha mia cara amica io sono sempre innamorato, questa mattina mi sarò innamorato almeno dieci volte ma tra l’innamoramento e il coinvolgimento scorre un intero oceano.
Al momento non sono fidanzato ma non sono neanche in cerca di una relazione, non potrei garantire la mia presenza, sarebbe ipocrita e difficile.
Comunque non ho preferenze, le donne sono belle tutte..forse sull’abbigliamento non abbino determinati colori, ma con le donne è diverso.

In tema di abbigliamento..qual è il look di Fabio Curto?
Direi al momento etnico, quando arriva l’estate col caldo assumo un aspetto un po’ peruviano.
Mi piacciono molto i colori di terra, tessuti che ricordano il grezzo e che potrebbero richiamare tutto un mondo antico, ma poi anche jeans e maglietta con cinturone è perfetto, io col rock ci sono cresciuto quindi..

Termina così l’intervista a Fabio Curto, che si conclude con la sua “idea” di stile Look etnico in estate perchè fa caldo”???? Caro Fabio, qui tocca intervenire: nella gallery la nostra proposta per Fabio Curto e per un look che si adatti alle temperature più calde.

 

Credits Immagini: Official Facebook Page

Come vivere a Parigi in stile “Parisienne”

Intrigante, affascinante, emozionante, la ville Lumière è stata fonte d’ispirazione dei più grandi poeti, scrittori, artisti di ogni epoca. Quando approdiamo a Parigi, diventiamo inevitabilmente protagonisti di una favola o di una una fotografia di Robert Doisneau, ma noi veterani del luogo cessiamo di essere turisti e si trasformiamo in parigini doc.

Mangiamo croissant e pain au chocolat, sorseggiamo calici di champagne, passeggiamo lungo la rive gauche, ci immergiamo del tutto nell’atmosfera che rende la capitale francese una delle mete turistiche più apprezzate nel mondo.

Ma cosa fa una parigina? Quali posti frequenta? Come si veste?

Il look made in Paris non è particolarmente difficile da imitare, la parigina gioca e si diverte con la moda.

Evita i coordinati, non è appariscente, ama la qualità e soprattutto s’ispira ad idoli poco conosciuti; dunque, l’arma vincente per essere una di loro è decontestualizzare!

Aggiungete dettagli “assurdi” ad un look sobrio e cercate di trasformare gli errori di stile in un tocco di classe..c’est facile!

Ricordate: non tutti i parigini trascorrono il loro tempo da Dior, Chanel, Vuitton ed Hermès, la maggior parte di loro è alla continua ricerca di piccole ed originali boutique.

Da visitare:

-Au petit Matelot

-Maje

-Soeur

Per essere una parigina perfetta, bisogna tener bene a mente che la moda non è tutto (o forse si!). Lo stile è la cosa più importante, vivere la città in modo personalizzato e verace.

Frequentare vecchie librerie, vagare per i quartieri in cerca di differenti culture, visitare musei (a Parigi di certo non mancano) sono solo alcune delle cose che rendono una parigina davvero parigina. Così come per le boutique, l’essenziale è andare alla scoperta di posti nuovi e disparati.

Da visitare:

-Il Museo Marmottan

-La libreria Galignani

-La sala da tè della moschea di Parigi

Dopo una giornata frenetica, non resta che fare una pausa, magari mangiando o sorseggiando qualcosa. Dal classico bistrot ai restaurants più rinomati, Parigi è piena di café e locali adatti anche per la colazione e l’aperitivo.

Da visitare:

-Cafè de Flore

-Au pied de fouet

-Le loire dans la théière

Se non siete del tutto esausti e avete ancora voglia di divertirti, fate un salto al Caveau de la Huchette, quello che nel XVI secolo era un rifugio segreto, oggi è un jazz club che vi farà scatenare e ballare per tutta la notte.

Che altro dire? Bon voyage à Paris!!!

 

Credits Immagini: France, Dream Time

Top City of Instagram – il nuovo modo di scoprire le città

Per scoprire le città, una volta, si usavano le cartine geografiche, graziosi tomi in cui erano segnalati percorsi da fare per scoprire il meglio che una città potesse offrire: itinerari ben studiati dove non mancano nulla, dal buon bar al ristorante di zona, dall’albergo, al museo di arte moderno, passando per locali notturni e luoghi di divertimento e siti storici.

Adesso c’è Instagram.

Il social network è diventato la nuova cartina con cui orientarsi, e il metodo di ricerca è molto semplice. Aprendo il vostro account Instagram, cercate i profili TopLondonPhoto, TopNewYorkPhoto (Top-nome della città che intendete visitare-Photo) o usate l’hashtag #TopNewyorkPhoto.

In questi profili, è possibile scoprire dai posti più visitati ad angoli sconosciuti ma che vale la pena vedere: gli utenti, quando si trovano nella città interessata, scattano e condividono la foto taggando i suddetti profili o usando gli hashtag di riferimento.

Un altro hashtag da usare se vi capita di recarvi nella capitale britannica è #THISISLONDON, che vi riporterà all’onomino profilo, il più prolifico e aggiornato di Instagram. Il suo fondatore, Dave Burt, è diventato una celebrità condividendo alcune delle foto più suggestive mai viste; per chi usa Snapchat (@londongramer), può seguirlo nelle sue avventure londinesi, che siano per le strade o in metropolitana.

Scegliete la città che volete visitare, scoprite i vostri da visitare e preparatevi a condividere: una vostra foto potrebbe la prossima cartina ispiratrice. Be Social.

 

Credits Immagini: Official Instagram Accounts

Art Therapy – quando il colore distende l’anima

Da qualche anno a questa parte, e soprattutto negli ultimi mesi, una nuova forma di distensione “mentale” ha cominciato a diffondersi: il colorare. Quell’attività che eravamo soliti fare da bambini, che pian piano durante la fase di crescita la maggior parte degli esseri umani smette di praticare, tranne in rari casi, è la tendenza di cui tutti sembrano non poter fare a meno.

In un mondo sempre troppo di corsa, pieno di immagini, frenesia, dove lo stare fermi è sinonimo di debolezza, il corpo e soprattutto la mente umana ricordano ogni tanto che è necessario fermarsi, è necessario rallentare. C’è chi pratica sport, chi yoga, chi altre forme di meditazione, io invece ho provato a colorare.

E’ vero che il colorare aiuta a staccare la spina: il semplice movimento del pennarello o della matita sul foglio permettono di distaccarsi lentamente ma gradualmente dai pensieri frenetici, permettono al cervello di entrare in pausa ma in maniera progressiva.

L’accostamento dei colori, lo scegliere quali colori impiegare, l’attenzione ai bordi da rispettare o scegliere di non considerarli e darsi delle regole proprie ( o non averne affatto), favoriscono lo stimolo di nuovo idee

Seguendo il consiglio degli esperti, ho provato tutti i giorni a colorare per 10/20 minuti in silenzio o con musica di sottofondo, anche se non proprio prima di andare a letto come invece si consiglia: se all’inizio la musica era per lo più con ritmi incalzanti, successivamente è diventata più melodiosa e distensiva; i gesti della mano nel colorare, prima goffi dopo anni di non esercizio, hanno acquisito scioltezza, e con essa è arrivata la calma.

Colorando un semplice fiore, mano a mano sono tornati a galla ricordi di infanzia, idee per un nuovo articolo, una mente più fresca e dinamica pronta a ributtarsi nel caos quotidiano ma con nuovo vigore.

Esistono molte tipologie di libri in merito (all’estero si formano club di Colouring Book dove la gente colora, conosce nuove persone e si crea un circolo di idee nuovo, molte le pagine su Facebook), pieni di mandala, noti per le loro capacità distensive, ma anche fiori, creature mitologiche, motivi etnici e medievali, scorci del Giappone e della sua cultura, gatti, art decò, città da Colorare ( come la Parigi Segreta Edizione EL), edizioni di Vogue per le più modaiole, a breve personaggi della Marvel per gli amanti dei supereroi ( nel frattempo potete colorare lo Sherlock Holmes di Benedict Cumberbatch) e molto altro.

Tra i molti libri provati in corso d’opera, quelli di Ippocampo risultano essere i più completi e i più interessanti ( qui su Amazon è possibile trovarne di diversi), per i loro accostamenti di disegni, che passano da motivi più semplici a disegni che pur sembrando complicati all’apparenza, in realtà sono una sfida intrigante e piacevole da affrontare.

E’ vero che bisogna scegliere ciò che più si avvicina al nostro modus operandi preferito ( nel mio caso disegni floreali da colorare con vivaci toni autunnali dei pennarelli), l’importante però è tenere sempre a mente che non c’è un vero metodo, se non quello di lasciarsi guidare dal proprio stato d’animo e non pensare. A chi non piacerebbe staccare la spina per anche soli dieci minuti al giorno?

 

Credits Immagini: Ippocampo Official Website, Tumblr

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