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London Fashion Week- gli highlights per la Spring/Summer 2019

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BURBERRY FW17 – un omaggio all’artista HENRY MOORE

Burberry chiude col botto la settimana della moda londinese.

Nella scenografica cornice della Maker House, sulle note della voce vibrante di Anna Calvi,il brand britannico celebra la sua partnership con la fondazione Henry Moore, noto artista britannico che ha influenzato il lavoro del Direttore Creativo e CEO Christopher Bailey. La collezione, la seconda  “straight-to-consumer” del brand, si compone di look per lei e per lui, con 78 cappe d’alta moda in edizione limitata. Tutta la collezione presenta un mood unisex costruito e realizzato intorno alle dimensioni e alla forma delle sculture elementari di Moore, attraverso texture e dettagli realizzati a mano. Trench, giacche, camice vengono costruite e decostruite per avere nuova vita e forma. Non mancano vivaci stampe che rimandano ai disegni tratti dall’archivio della Henry Moore Foundation.

Ogni cappa presentata ha un un suo nome specifico ed è disponibile per ordini speciali; saranno inoltre parte di una mostra itinerante che viaggerà per tutto il mondo, toccando città come Parigi, Tokio e Los Angeles. Per tale speciale collezione, Burberry ha chiamato in passerella i “suoi” modelli, fra cui gli interpreti dell’ultima campagna Amber Witcomb, Elfie Reigate, Ella King, Myles Dominique, Nora Attal e Tom Fool.

A fine sfilata, Bailey ha dichiarato:” E’ un momento importante avere felicità nel proprio lavoro, credere in qualcosa. Io credo in questo, ho creato questo con assoluta passione e integrità per qualcuno che ho amato e ammirato per tutte a la mia vita“.

Passione, arte e moda racchiusi in 78 look che hanno segnato un altro indimenticabile capitolo nella lunga storia di Burberry e della moda.

Cristina Izzo

Credits Immagini&Video: Courtesy of Press Office

London Fashion Week – Highlights Day 3

Una domenica impegnativa per la moda londinese, dove molti grandi nomi sono scesi in passerella.

Nessuno tradisce i trend presentati nei primi due giorni ma si aggiunge un ulteriore tocco più glam e cosmopolita. Per il giorno si punta su una eleganza semplice, pratica, dove il colore rompe la monotonia di classici completi pantalone ( Margareth Howell),il color blocking vivacizza abiti dai tagli asimmetrici con e senza maniche (Roland Mouret) le silhouette assumono un mood sportivo per pantaloni e maglia, maglioni con stelle ricamate in rilievo e abiti dalle linee drappeggiate ed ampi tagli laterali (TOGA), il denim è il passpartout ed reso chic da dettagli e giacche (MM6 Maison Margiela).

In questi tempi incerti, qualcuno volge lo sguardo al passato, con atmosfere e design dal sapore vintage, grazie a cappotti e abiti quadrettati old style, abiti in seta svolazzanti e inusuali abiti crochet colorati (Mulberry England), altri mixano stampe quadrettati e stampe floreali su camice con ruches  nei colletti e nei polsini e persino negli scolli di abiti leggerissimi (Preen by Thornton Bragazzi).

Altri grandi must dalla passerelle sono le pellicce e la pelle. C’è chi usa le prime come pannelli in rilievo di giacchine corte e cappotti abbinati a short metallici, il tutto contornato da dettagli di cuori e catene glitterate per le borse (Anya Hindmarch), chi li impiega come maniche di giacche dalle spalle ampie, come colli per completi giacca/pantalone e dettagli per mini abiti dalle stampe cattura sguardo per il loro effetto luccicante e optical ( Mary Katrantzou), e chi le reinterreta in maniera giocosa e colorata per cappotti oversize che nascondono abiti dai colori vivaci (Topshop Unique).

La pelle trova spazio per la sera, per gli eventi mondani, e diventa raffinata per mini dress dall’orlo asimmetrico in pelliccia e abiti con profondi scolli a V (David Koma), mentre altri la reinterpretano in chiave più rock and roll per giacche imbottite, gonne lucide dagli ampi spacchi e shorts da biker (Versus Versace). Ma per le amanti del glam più tradizionale non c’è da preoccuparsi: abiti scintillanti che scivolano morbidamente lungo il corpo sono il loro must have di stagione, alcuni portabili anche con camice di seta sotto (Temperley London).

L’importante è sapere con quale sfaccettatura della moda si vuole giocare e, soprattutto, dove si sta andando.

 

 

Cristina Izzo

Credits Immagini: Vogue UK

London Fashion Week – Highlights del Day 2

Il secondo giorno della London Fashion Week mette a fuoco un trend per la prossima stagione: le stampe floreali.

Per citare Miranda Priesley, protagonista del Diavolo veste Prada, “fiori a primavera? Originale”. Gli stilisti quindi decidono di rendere più dolce la prossima stagione fredda e rivestono i lori capi di fiori: c’è chi li applica su cappotti dal mood militare e abiti aristocratici con dettagli di pelliccia (Simone Rocha), chi opta per maxi dress vintage trasparenti ( Emilia Wickstead), chi propende per stampe più tropical su abiti lunghi, gonnelloni abbinati a gilet immacolati (Markus Lupfer), chi come Mimi Wade riveste abiti sottoveste, con rouches che li rendono frou frou ( Fashion East).

Ma le stampe floreali non sempre sono sinonimo di romanticismo. C’è chi li interpreta in maniera più gioiosa, reinterpretandoli ad abiti che sembrano usciti dal mondo di Barbie e Hello Kitty, con dettagli di perle, catene e pellicce colroate (Ryan Lo).

A spezzare il mood floreale, ci pensano abiti sexy, glam e scintillanti, adatti per il red carpet, con tagli in vita e spacchi vertiginosi (Julien Macdonald), eleganti abiti da giorno e da sera dal mood rilassato abbinati a slippers ( Jasper Conran), maglie lunghe indossate come mini dress che scivolano morbidamente sul corpo in tessuti metallici, così come i dettagli delle bluse e delle gonne  (J.W.Anderson), camice a righe, destrutturate e asimmetriche (palmer//harding), passando infine per mix and match di felpe e gonne ampie in tulle colorato (Molly Goddard) e austeri completi pantalone, abbinati ad ampie pellicce o cappotti oversize in tessuti lucidi, ma tutto all’insegna del dark (Gareth Pugh).

Per tutti gli stili e gusti, anche quelli più incontentabili.

Cristina Izzo

Credits Immagini: Vogue UK

Credits Video: BFC Youtube Official

Al via la London Fashion Week

La London Fashion Week ha preso ufficialmente. Dopo due anni passati al Brewer Street Car Park di Soho, la moda londinese torna nello Strand.

Molti i trend visti nel primo giorno, ma su tutto domina un senso di rilassatezza. Chi ha detto che di inverno si deve rinunciare ai trend della moda in nome del comfort? I designer inglesi scendono in campo e propongono maglioni indossati  come cappe su una sola spalla, cappotti oversize su pantaloni ampi abbinati a comode ed immacolate sneakers ( Eudon Choi), tailleur pantalone per lui e per lei in calda lana, bluse trasparenti del colore della notte abbinate a gonne al ginocchio (Teatum Jones).

Altri interpretano questo senso di comfort con spirito, stampando dettagli di personaggi dei cartoni sulle felpe, scamiciati coloratissimi e miniabiti dove le stampe animalier si incontrano/scontrano con quelle geometriche (Fyodor Golan).

Lo spirito urban è un altro grande protagonista, e se per alcuni lo si sposa ad uno stile country, con cappelli da cowboy, camicie e gonne a quadri, e a  tshirt e abiti con sopra slogan a favore del Pianeta (Ashley Williams), molto attuale, per altri assume più le caratteristiche gypsie, tra stampe floreali su cappotti e miniabiti svolazzanti, mantelle quadrettate mixate a skinny pantaloni al ginocchio attraversati da sottili righe (DAKS London). Per gli amanti del folk dal retrogusto romantico, spazio ad abitini dal mood vintage abbinati a cappellini old style, in una girandola di tulle (Bora Aksu).

Non manca certo l’anima festaiola, siamo pur sempre a Londra, spazio quindi a colori brillanti che si riversano su mini abiti a rete, giochi di trasparenze su corpetti intrecciati di mini abiti effervescenti, gonne e top ricoperti di fruscianti frange colorate (Mark Fast, che ritorna a sfilare dopo qualche anno), ad abiti trasparenti tempestati di dettagli luminosi e preziosi, camice di seta dalle ampie scollature indossati sopra leggins dai colori laminati (Paul Costelloe).

Si preannuncia un weekend interessante lungo le rive del Tamigi.

Cristina Izzo

Credits Immagini: Vogue UK

Credis Video: BFC

See now-buy now – lo show evento di Burberry

Era la sfilata più attesa della London Fashion Week, quella con le piú alte aspettative e, come c’era da aspettarsi, non ha deluso.

La sfilata di Burberry é andata in scena nella nuova location di Maker House, nel cuore di Soho, Londra: un’atmosfera carica di suspense e storia, con in sottofondo le intense melodie di un’orchestra che ha suonato live durante lo show.

Christopher Bailey, CEO e Creative Director di Burberry, ha descritto così il periodo di intesi cambiamenti del brand inglese: “La sfilata di questa sera ha rappresentato per noi un momento molto speciale: è stato il punto d’arrivo di una serie di importanti cambiamenti che abbiamo fatto con l’obiettivo di portare le nostre collezioni più vicine ai nostri clienti. La collezione è stata influenzata dal romanzo Orlando di Virginia Woolf, una lettera d’amore al passato e alla storia inglese, e una specie di baule di abiti da visitare e rivisitare. Grazie a questa ispirazione, la sfilata di questa sera celebra anche l’inizio di una splendida collaborazione con The New Craftsmen. Insieme, stiamo aprendo le porte di Makers House, uno spazio dove i visitatori possono venire a conoscenza della tradizione del design inglese, che fa profondamente parte di noi e di tutto ciò che facciamo, e dove hanno anche la possibilità di immergersi nel lavoro di alcuni dei nostri più entusiasmanti creatori, e nell’innovazione e nell’ispirazione che stanno dietro il loro lavoro’.

La collezione affonda le radici nella letteratura inglese, nei magnifici giardini di Nancy Lancaster, e confonde i confini tra maschile e femminile ( essendo la prima che presenta per intero le collezioni womenswear e menswear), il casual e il formale, la notte e il giorno. Ne vengono fuori combinazioni stupefacenti di denim e cashmere, felpa e cashmere, e seta per pigiami per attillati pantaloni.

Il trench coat, immancabile simbolo di riconoscimento del brand, viene destrutturato, si fa spazio a mantelle in stile regimental, cappotti e giacche (fra cui The Cavalry Jacket, The Military Tailcoat e The Parade Jacket), giacche militari strette in vita (fra cui The Floral Field Jacket), giacconi, pantaloni in stile pigiama, pantaloncini e camicie con il colletto arricciato. Il tutto accompagnato dalla The Bridle Bag, un nuovo modello di borsa di sfilata da uomo e da donna ispirato ai classici modelli equestri inglesi e alla tradizione Burberry di capi outdoor.

Generalmente,si guarderebbe la collezione e  si vorrebbe poter indossare tutto subito e non dover aspettare la stagione successiva, ora non piú. Mai come ora si è grati della nuova filosofia del brand, see now buy now ( vedi ora, compra ora): la collezione è già disponibile sul sito ufficiale del brand e negli store Burberry. Non c’è un look che non si voglia indossare. Pronte per lo shopping?

 

 

Cristina Izzo

Credits Immagini: Courtesy of Press Office

LFW – gli highlights del super Monday

Penultimo giorno di sfilate, ieri a Londra. Il super Monday ha riservato molte sorprese e ha continuato su quell’alto profilo messo in scena nei giorni passati.

C’è chi pensa alle passerelle come un teatro, un palco dove mettere in scena uno spettacolo bizzarro o semplicemente divertente, dipende dai gusti del pubblico. Capita così di assistere a sfilate dove modelle indossano costumi di frutta giganteschi, inframezzati da modelle che indossano abiti da l mood vintage che è facile pensare di averli visti indossati a Jackie Kennedy o Grace Kelly, con grosse collane di perle e turbanti glam (Charlotte Olympia).

Finzione o sana autoironia? Al pubblico la scelta.

Ma c’è anche audacia senza esagerazione, con abiti smanicati e al ginocchio dalle stampe fantasiose portati con pantaloni dal profilo sfilacciato, lunghi corpetti indossati sopra abiti semplici ma sbarazzini, completi luminescenti che sembrano essere realizzati con pezzi di cielo ( Antonio Berardi), coloratissime tuniche lunghe smanicate abbinate a gonne lunghe, in un mix ordinato di righe e colori (Pringle of Scotland).

Per le audaci più rock and roll, spazio ad attillatissimi body coperti da bolerini luccicanti e dalle lunghissime frange. E se le frange non bastano, ci pensano delle corte pellicce colorate a rallegrare (FELDER FELDER).

Il Super Monday non è fatto solo di spettacolo.

Non manca certo il glamour di abiti fluidi e scanalati, abiti midi color cammello in seta mixati a top a costine dal mood decisamente sportivo e abiti chartreuse in seta ( Roksanda), il romanticismo di svasati cappotti blu decorati con piccolissima margherite  che sembrano pois, legati da catene abbellite anch’esse con margherite, lunghi abiti languidi in deliziose sfumature di rosa salmone, blu scuro e senape ( Paul Smith), e di strutturate giacche a balze in tulle colorato abbinati a camicie pantaloni dal mood androgino (OSMAN), l’eleganza antica di pantaloni con jacquard floreali e giacche elegantemente cucite con fiocchi a chiuderle, abiti da giorno seducenti che lasciano le spalle scoperte e abiti da sera in pizzo declinati in giallo scuro e cremisi (Erdem), l’eclettismo artistico di grosse margherite dall’effetto cartoon applicate su deliziosi cappottini sagomati, gonne fascianti abbinate a maglie trasparenti con intermezzi artistici contemporanei sul davanti, e semplici abiti con volant dai disegni astrati stampati sopra (Christopher Kane), e il casual sporty-chic di trench  dalle linee morbide, così come quelle di immacolati pantaloni bianchi con profili neri a contrasto, delicate applicazioni e stampe che conferiscono rilassatezza ad abiti sottoveste (Victoria, Victoria Beckham).

E poi dicono che il lunedì sia traumatico.

 

 

Cristina Izzo

Credits Immagini: Vogue UK

LFW – gli highlights del Day 3

Un cielo nuvoloso è stato il compagno del terzo giorno della London Fashion Week, ma ci hanno pensato le passerelle a fornire quel tocco di colore che ha fatto volgere la giornata al meglio.

Un giorno pieno di sfumature sul versante dei trends, in un mix ben studiato di passato e futuro.

C’è chi volge lo sguardo a quest’ultimo, dove la geometria domina su cappotti ladylike in neoprene, con o senza maniche, con fasce nei capelli, e costumi, con giochi di colore nei toni pastello a sottolineare il rigore delle linee e dettagli spiritosi che rendono più accattivanti il più classico dei cappotti (Anya Hindmarch).

Altri volgono lo sguardo al passato, interpretandolo in modi molto diversi tra loro: in maniera più letterale chi opta per uno stile più classico, un’eleganza senza sforzo, dove si presta attenzione all’alta sartoria, con abiti che cadono a pennello, culotte a vita alta si mixano a camicie portate fintamente stropicciate , e trench portati come fossero abiti (Margareth Howell), chi più arditamente sceglie mix di stampe tromp l’oeil e l’Antica Grecia su giacche e corpetti, gonne  lunghe con peplo in vita abbinate a giacche da boxer, e abiti da cocktail splendidamente ricamati (Mary Katrantzou), e chi punta su “uniformi senza uniformità”, con completi sartoriali dalle gonne con fiocchi come cinture in vita dominati da righe, e luminosi abiti in velluto (Mulberry).

C’è chi riesce a mixare entrambe, attingendo a leggende mistiche del passato e mette argentate stelle a cinque punte su abiti sottoveste con orli di chiffon, abito di paillettes bianco con bordi grezzi e un manicotto chiffon bianco, gonne a matita che sembrano d’argento con un pezzo di chiffon rosa fuori dalla vita, il tutto condito da motivi floreali molto naif ( Preen by Thornton Bragazzi).

La prossima stagione sarà certamente all’insegna del viaggio, e nelle valigie troveranno posto abiti di lino irlandese con balza aggiunta, top all’uncinetto, mini abiti asimmetrici di jeans sbiaditi con macramè e pom-pom e abiti metallici monospalla con orli scanalati (Peter Pilotto), abiti dal sapore gipsy con stampe coloratissime, top che lasciano le spalle nude abbinati ad ampie gonne,  e jumpsuits che sicuramente faranno capolino ai Festival musicali più boho della prossima stagione (Temperley London).

E per i viaggi on the road, spazio a giubbotti da biker in pelle, mini trench avvitati in viuta, tute da motociclista, denim dall’effetto usato magari abbinati a top in pelle (Belstaff).

Per la donna più urban sono pensati spacchi vertiginosi per abiti da cocktail, stampe zebrate per maglie indossate sotto abiti sottoveste, incroci su maglie e abiti impalpabili, cappotti e giacche oversize in colori sgargianti (Topshop Unique), seducenti abiti incrostati di paillettes che lasciano totalmente scoperti i fianchi e romantici abitini in pizzo bianco (Manuel Facchini). Non mancano graziosi abitini da sera colorati e gonne sbarazzine con sottili e leggiadri strati di tulle sopra per creare un tocco di mistero ( J. JS Lee), proposti anche in versione più dark e drammatica ( Phoebe English).

E dopo una domenica così, cosa riserverà il Super Monday?

Credits Immagini: Vogue UK

Credits Video: BFC Official Youtube Channel 

Focus on Eudon Choi SS17 – Francesca

Tra i brand che hanno debuttato il primo giorno di London Fashion Week, ad attirare l’attenzione tra gli addetti ai lavori e non, si può sicuramente contare Eudon Choi.

Il designer coreano, trapiantato a Londra sin da giovanissimo, è ritornato alle sue antiche passioni, tra cui la fotografia, ma non abbandonando le nuove, come la continua ricerca ed esplorazione dell’estetica femminile tramite la conoscenza di artiste.

Per questa collezione Spring/Summer 2017, Choi ha fatto cadere la sua attenzione sul lavoro della fotografa americana Francesca Stern Woodman, meglio nota come Francesca Woodman. La Woodman era nota per i suoi “ritratti” propri e di giovani donne, nude e offuscate, o con le facce oscurate, capaci di fondersi con l’ambiente circostante.

Questi ritratti in bianco e nero hanno influenzato l’estetica di Choi, che ha traslato il tutto in una collezione che gioca con le silhouette e le proporzioni femminili. Prendono forma così camicie sotto abiti sottoveste a maniche lunghe che lasciano le spalle scoperte, semplici tshirt sotto giacche dallo stile militare e il più classico dei trench.

Una collezione portabile e che immancabilmente centra il punto della moda moderna di alcuni artisti: creare un ponte tra il quotidiano e l’arte.

 

Cristina Izzo

Credits Immagini: Courtesy of Press Office

LFW – uno zoom sul Day 2

Il secondo giorno della London Fashion Week può essere essere a ben ragione definito come una girandola di emozioni. Un giorno pieno e ricco di contrasti, ma soprattutto sfilate.

Fra i tanti brand in passerella, alcuni si sono fatti notare più di altri. Come Emilia Wickstead, con la sua collezione femminile ed eterea, ricca di colori tenui come il bianco e l’azzurro chiaro, con un accenno di colore qui e là, per top e tshirts abbinati a gonne lunghe, fruscianti ed impalpabili, scollature bon ton e rotondeggianti per abiti da giorno.

C’è ricercatezza, c’è delicatezza, c’è provocazione, senza alcuna carenza di buon gusto.

Anime contrastanti invece sono in passerella da Simone Rocha e Molly Goddard. Se per la prima, accanto ad abiti apparentemente da collegiale con tanto di colletti inamidati, si affiancano abiti provocanti tutti basati sulle trasparenze e le stampe floreali,  con trench color sabbia portati a mo di cappa su una spalla a completare il look, Molly Goddard porta il contrasto all’interno di uno stesso abito, dalle linee pulite ma giocato su balze e trasparenze, e ogni tanto fiocchi e dettagli frou frou spuntano qui e là, ma senza eccesso.

Geometrie semplici basate su giochi di colore animano la collezione daywear di Edeline Lee: t-shirt, abiti con spalline sottili e trench con profili a contrasto.

Tra i trend di stagione più apprezzati, si annoverano certamente le righe: se palmer//harding le vede su camicie con orli svolazzanti lungo i fianchi e abiti annodati in vita con piccole mantelle che compaiono, Markus Lupfer le propone più audaci, su jumpsuits da rocker e abiti con gonne con il taglio sotto la vita abbinate a giubotti impalpabili di pizzo.

Fuori dagli schemi e gotico, come sempre, è Gareth Pugh. Le sue donne sono regine dark, con imponenti copricapi in testa, che vestono regali abiti dalle stampe che mischiano passato e futuro, e righe bianche e nere che rapiscono lo sguardo in un vortice senza fine.

Combattive e audaci sono le donne di Versus Versace. Come fossero soldati, vestono pantaloni skinny e giacche di pelle, gonne e mini abiti dallo stile militare. Ogni tanto, fanno capolino qui e là dettagli luminosi, ma aggiungono solo più grinta ad una collezione decisamente strong.

Un giorno denso, che spiana la strada ai giorni a venire e fa ben sperare per le prossime collezioni.

Cristina Izzo

Credits Immagini: Vogue UK

Credits Video: British Fashion Council Official Youtube Channel

LFW – gli highlight del Day 2

La moda britannica non teme l’effetto Brexit, e continua a testa alta lungo il suo cammino di sperimentazione.

E’ difficile rinunciare ad un effetto “cartoon”, ma visti i tempi, lo si propone con toni alquanto smorzati. Non si rinuncia a colori shocking come il rosa con stampe angeliche su vestiti a manica lunga, felpe e maglioni oversize con scritte stampate e stampe che ricordano i pixel di un videogame (Ashley Williams), oppure mix di colori, accesi e vibranti, che non possono non colpire lo sguardo, il tutto declinato su crop top lucidi incrociati sul davanti,  gonne morbide longuette a pieghe e abiti patchwork, anche abbinati ad immacolate camicie (Sadie Williams).

Ma osare è il verbo dominante nella capitale britannica, quindi spazio anche ad eccessi come slip dress “effetto Barbie” con dettagli in pizzo nero a contrasto, stampe animalier su abiti dall’aria finta castigata, reti colorate su gonne e tshirt indossate come fossero abitini, abiti fluo con top sfrangiati posti sopra (Fashion East), o stampe che ricordano il mare e le sue profondità mixate a gonne in denim e camicie in tulle (Faustine Steinmetz).

Eccesso o sperimentazione? Difficile dirlo, difficile pensare di vedere look simili in giro per le strade.

A tanto eccesso si contrappone una voglia di eleganza semplice ma ricercata, fatta di abiti a righe e completi top-pantalone colorati dal vago sapore sporty (Fashion East), abiti bon ton, morbidi, costruiti da gonne ampie con tasche e top accollati con sottili colletti , tagli in vita accentuati da cinturini, abiti con stampe effetto denim con profili a contrasto, leggere trasparenze su abiti con delicate stampe floreali ( Jasper Conran), e abiti più basici, monocolori, con qualche scollature, fatti per un daywear che predilige il confort prima di tutto (Barbara Casasola).

Mixare eccesso e basic non è mai facile, ma bisogna pur tentare, e allora perché non pensare a completi oversize che mischiano colori, ruches che delimita il profilo di mini abiti, e bluse accollate dai colli alti portati volutamente in maniera disordinata ( Mother of Pearl)?

Non può mancare la seduzione, o il glam da red carpet, vista l’alta frequenza di red carpets nella capitale britannica. Spazio quindi a mini abiti che sembrano essere fatti di luci, giochi di incroci e trasparenze, scollature vertiginose e orli che creano seducenti giochi di movimento (Julien Macdonald), grosse paillettes colorate, molto anni ’80, che ricoprono abiti e crop top, abbinati pantaloni o pantaloni che sembrano d’oro fuso (House of Holland).

Mix and match: è questo il segreto.

Cristina Izzo

Credits Immagini: Vogue UK

Credits Video: British Fashion Council Official Youtube Channel

Straight-to-consumer – la grande attesa per Burberry

Così come il mondo cambia e va veloce, anche la moda cambia e va veloce. Non accettare questa verità, piacevole o no, può comportare molti rischi.

Si pecca di creatività? Non è detto. Troppe collezioni in un solo anno? Probabile. Ma è pur vero che a dettare legge non possono essere solo le case di moda, ma anche i consumatori, ed è a loro che Burberry rivolge la sua nuova strategia.

Straight-to-consumer è la prima collezione Burberry che andrà in scena in una nuova location londinese, Makers House, e sarà possibile vederla live su diverse piattaforme: da Facebook Live a YouTube, fino a WeChat.

La collezione che sarà presentata conterà 83 look, sia per lui sia per lei, e saranno immediatamente disponibili all’acquisto al termine della sfilata, sia nei negozi Burberry che online. Straight-to-consumer è quindi una collezione senza differenze di genere, menswear e womenswear sono sullo stesso piano e si confondono, e va al di là delle stagioni.

Inoltre, come accade da molto tempo a questa parte, Burberry permette la personalizzazione dei capi, rispondendo con l’attenzione per il dettaglio e l’unicità alle critiche di chi afferma che così si perde tutto il valore di una collezione.

https://www.youtube.com/watch?v=vg8KA1acaSQ

Maker House è situata all’1 Manette Street a Soho, nel cuore di Londra, e resterà aperto al pubblico per una settimana; inoltre, in associazione con The New Craftsmen, sarà aperta una mostra e una serie di attività (fra cui una presentazione delle collezioni uomo e donna di Settembre, una serie di brevi letture teatrali eseguite quotidianamente da attori, curate da Burberry e da Pin Drop, con enfasi posta sul romanzo ‘Orlando’ di Virginia Woolf, dimostrazioni di sculture, sand casting, serigrafia, pittura tradizionale con lacca, cucitura e ricamo, decorazione, calligrafia, ritratti in miniatura, passamaneria e patchwork, una lezione di storia della moda con il gruppo che si occupa degli archivi della Tradizione Burberry, che rifletterà sui momenti chiave dei 160 anni di storia del brand) a ingresso gratuito celebreranno l’artigianalità e l’ispirazione che stanno dietro la collezione.

Chi non vuole scoprire il dietro le quinte di una collezione prestigiosa come quella di Burberry?

Cristina Izzo

Credits Immagini&Video: Courtesy of Press Office

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